Renzi, la coltellata del deputato Pd prodiano: "Gentiloni sarà il premier della nazione"
Perché il Pd cala nei sondaggi e Paolo Gentiloni sale nel gradimento? Un paradosso politico a cui dà una risposta, non senza polemiche, Franco Monaco. Piccolo dettaglio, ma fondamentale: Monaco è un deputato del Pd, prodiano di ferro. Ed evidentemente ha qualche sassolino da togliersi. Sul Fatto quotidiano, l'onorevole dem va giù con l'ascia sia sul premier in carica (e in procinto di ridiventarlo dopo il 4 marzo, fa intuire) sia sul suo predecessore e "padre politico" Matteo Renzi. Gentiloni, spiega Monaco, piace proprio perché incarna l'opposto del fiorentino: "Il Paese, a lungo nevrotizzato da leadership autocratiche ed esuberanti quali quelle di Berlusconi e Renzi, oggi mostra di apprezzare figure più rilassanti e meno divisive". Insomma, Gentiloni piace perché è un tranquillone. E soprattutto perché è trasversale: piace a Silvio e a Confalonieri, ma non solo. Il premier, spiega il collega di partito, è "molto romano", "molto vaticano", un inciucione, un "andreottiano di nuova generazione". E per questo, dopo la sbornia per l'uomo della provvidenza, come sempre accade tanti italiani preferiscono rifugiarsi in "più rassicurante conservatorismo. In una politica subalterna a poteri altri, refrattaria al cambiamento, priva di ambizioni alte" Insomma, di là un Renzi troppo avventuristico, populistico, spaccone. Di qua un premier concavo e convesso, democristiano. Nessuno dei due, sottolinea Monaco, "di sinistra". Non un gran complimento, non c'è che dire. La beffa per Renzi, ironizza Monaco, è che lui non è riuscito a creare il "partito della Nazione" mentre Gentiloni, sua creatura, rischia di diventare "il premier della nazione", che si accontenta di amministrare il Paese senza rivoluzionarlo. Il guaio è che Renzi e Gentiloni sono costretti a coabitare. Anzi, a collaborare incarnando i due volti del partito. "A ben vedere - è la conclusione amara di Monaco su Fatto - in questa ambiguità irrisolta sta uno dei problemi del Pd, della sua natura e del suo destino. Già nelle imminenti elezioni. Ma forse anche uno dei dilemmi di lungo periodo della politica italiana".