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Silvio Berlusconi a Libero: "Vinco e aggiusto tutto. Giorgia Meloni? La vedo bene alla Difesa, ma..."

Andrea Tempestini
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«Come vede sto benissimo, ho solo deciso di riposarmi un paio di giorni, dopo aver affrontato la fase estremamente difficile, e anche dolorosa, della compilazione delle liste elettorali. Credo di averne il diritto, prima di riprendere la campagna elettorale». È il Silvio Berlusconi dei momenti migliori. Conferma quanto scritto ieri da Libero: la salute non è un problema, se ha deciso di riprendere fiato è perché si sta preparando per la fase finale della campagna elettorale, quella più importante, nella quale cercherà di convincere il 40% degli elettori oggi indecisi a votare per lui. Proverà a farlo con un programma di governo che non è fatto solo di "flat tax" e nel quale, racconta in questo colloquio, c' è posto anche per il progressivo alleggerimento dell' Iva, la scomparsa delle imposte sugli immobili oltre la prima casa e la riscrittura delle leggi sulle unioni civili e sul biotestamento. Presidente, Matteo Renzi ha detto che fare le liste elettorali del Pd è stato «devastante». L' impressione è che anche per lei sia stato un impegno molto difficile. Come definirebbe la sua esperienza?  «È duro e, ripeto, umanamente doloroso, fare scelte che incidono sulla vita e sulle aspirazioni delle persone. Ancora più difficile nel nostro caso, perché avevamo a disposizione molte figure di ottimo livello, che sul piano della preparazione, della credibilità personale, della coerenza politica, avrebbero meritato di sedere in parlamento ed avrebbero potuto ben operare per il Paese. Purtroppo non potevamo candidarle tutte, abbiamo pagato la sovrabbondanza di candidati di qualità. Mi sono dovuto assumere quindi la responsabilità di esclusioni inevitabili ma - sul piano dei meriti individuali - certamente immeritate. Da un altro punto di vista, sono soddisfatto delle scelte fatte, perché proponiamo agli italiani una squadra di buon livello, per gran parte rinnovata, nella quale sono presenti giornalisti famosi, imprenditori importanti, personaggi dello sport, moltissimi giovani. Su 436 candidati, gli uscenti sono solo 68, vale a dire meno del 16%. Abbiamo ricandidato chi ha ben meritato, chi ha onorato il mandato ricevuto dagli elettori e può dare un contributo importante di esperienza. Ma anche in questi casi non si tratta di professionisti della politica: sono persone che avevamo già selezionato in passato per le loro qualità e competenze nella professione, nel lavoro, nell' impresa, nella cultura». Si sono fatte molte ipotesi sul suo recente viaggio a Bruxelles e sul suo incontro con Jean-Claude Juncker. L' esistenza di un accordo per tenere la Lega fuori dal governo è stata smentita. Ma è indubbio che lei sia diventato il punto di riferimento di Juncker, di Angela Merkel e di tutta l' élite che ruota attorno al Ppe. Leader che, notoriamente, non concedono nulla in cambio di nulla. Cosa le hanno detto? Che si aspettano da lei e dal centro-destra?  «Si aspettano un Paese stabile e ordinato, capace di riprendere la strada dello sviluppo e di tornare ad esercitare un ruolo autorevole e credibile in Europa. Questo è nell' interesse dell' Italia e dei nostri partner. Se l' Italia cadesse nelle mani dei ribellisti, dei pauperisti, dei giustizialisti, noi pagheremmo un grande prezzo, pure in termini di isolamento internazionale, ma sarebbe un serio problema per tutta l' Europa, perché l' Italia è uno dei principali Paesi e una delle più importanti economie del continente. Ho spiegato ai nostri interlocutori che sarà il centro-destra ad impedire che l' Italia precipiti in questo baratro pericoloso. Forza Italia, come maggiore partito della coalizione, garantirà un governo responsabile e rispettoso degli impegni presi, ma anche capace di far sentire la sua voce in Europa in modo del tutto diverso dal passato, sia sul piano della forte tutela dei nostri interessi nazionali, sia su quello dell' impulso a una trasformazione della stessa Europa. Oggi essere seriamente europeisti, e noi lo siamo, significa impegnarsi davvero per cambiare l' Europa, per riportarla allo spirito dei padri fondatori, per farne realmente un grande spazio di libertà e di valori condivisi, sulla base delle comuni radici giudaico-cristiane e greco-romane. Un' Europa finalmente capace di darsi una politica estera e una politica di difesa comuni». Intanto, però, Francia e Germania hanno deciso di scrivere da sole la riforma dell' Eurozona. I parlamenti di Parigi e Berlino, di comune intesa, hanno affidato a un gruppo di tecnici il compito di «formulare entro la primavera del 2018 proposte comuni per lo sviluppo e la stabilizzazione dell' Unione economica e monetaria». Non la preoccupa questo modo di fare? Dove è l' Italia? Con un governo di centro-destra le cose cambierebbero?  «Non mi preoccupa il fatto che altri Paesi vadano avanti, mi preoccupa che l' Italia rimanga indietro o ai margini. Ma per evitare questo non possiamo affidarci alla benevolenza degli altri, dobbiamo recuperare autorevolezza e credibilità. I governi della sinistra, quattro governi consecutivi non scelti dagli italiani, hanno dimostrato di non averle. Altri Paesi europei, per esempio la Germania della signora Merkel, hanno reso chiaro che stare in Europa non è affatto incompatibile con una difesa molto forte del proprio interesse nazionale. Noi dobbiamo prendere esempio dalla Germania e fare la stessa cosa». Nessuno ne parla, ma le leggi oggi in vigore prevedono che nel 2019 ci sia l' ennesimo aumento dell' Iva. Siete disposti ad accettarlo o intendete impedire che scattino queste clausole di salvaguardia? E dove trovereste le coperture?  «Nel 2019 si vedranno i primi effetti della nostra riforma fiscale, che farà ripartire la crescita. Questo, insieme ai tagli di spesa, al recupero dell' evasione e alla razionalizzazione di deduzioni e incentivi, ci consentirà di tenere in ordine i conti pubblici senza agire sull' Iva. Al contrario, non subito, ma nel corso della legislatura, quando la nostra riforma fiscale avrà prodotto i risultati che attendiamo, penso sarà possibile anche un alleggerimento del carico dell' Iva». Il vostro programma sulla «flat tax» al 23% è molto chiaro. Meno chiaro è l' approccio alla fiscalità degli immobili. Assieme al presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, le faccio questa domanda: l' Istat rileva che l' edilizia è l' unico settore che non registra segnali di ripresa. Il nostro è l' unico Paese con i prezzi delle case in continua discesa. Al di là della tutela della prima casa, Forza Italia si impegna a varare una decisa riduzione della pressione fiscale sugli immobili, giunta a 50 miliardi, a cominciare dai 21 miliardi di tassazione patrimoniale Imu-Tasi su case, negozi e uffici?  «Il nostro obbiettivo è definito chiaramente nel programma approvato e sottoscritto da tutti i partiti del centro-destra: nessuna tassazione di tipo patrimoniale, si tassano solo i redditi. Questo per una evidente ragione di equità: non si tassa una seconda volta un capitale già tassato al momento dell' accumulo, in base al modo in cui viene investito. In prospettiva, dunque, la flat tax assorbirà l' intera tassazione diretta. Per quanto riguarda il settore edilizio, al quale mi sento particolarmente legato anche perché la mia vita di imprenditore è partita da lì, so benissimo, ne abbiamo parlato tante volte proprio con Confedilizia e con Ance, che fa ancora molta fatica, e questo ha conseguenze negative gravi sia sul piano economico che su quello sociale. Partiremo quindi dalla prima casa, ma il nostro obbiettivo è certamente la progressiva scomparsa di ogni tassazione di questo tipo. Ci arriveremo, nel corso della legislatura. Nel frattempo introdurremo altre innovazioni importanti, come l' abolizione di gran parte delle autorizzazioni preventive. Chiunque voglia effettuare dei lavori, potrà farlo assumendosi la responsabilità di rispettare le norme e i regolamenti in vigore. Solo in corso d' opera o a lavori conclusi riceverà dei controlli, e in caso di irregolarità gli verrà dato un periodo di tempo per mettersi in regola. Se non rispetterà questa prescrizione, a quel punto sarà multato e, solo nei casi più gravi, costretto all' abbattimento. Così facendo si rimuoverà uno dei principali strumenti con i quali la burocrazia frena chi vuole intraprendere». Alla voce «pensioni» il programma del centro-destra è interpretato in modo diverso da lei e da Matteo Salvini. Cosa intendete fare con la legge Fornero? Abrogazione totale o interventi correttivi?  «Non mi appassiona la contesa sulle parole. La legge Fornero ha creato profonde ingiustizie, che vanno sanate, ma senza mandare in dissesto i conti dell' Inps. È una legge che nasce come risposta sbagliata, frettolosa, rozza a un problema reale: la crescita dell' aspettativa di vita delle persone, che - accompagnata al calo della natalità - rendeva indispensabile intervenire sull' età pensionistica. Naturalmente c' è modo e modo di farlo, si può arrivare a questo risultato senza sconvolgere i progetti di vita delle persone e senza creare ulteriori ingiustizie fra categorie di lavoratori. Quindi molti aspetti della Fornero vanno cambiati, tenendo conto delle compatibilità complessive del sistema: se questo avverrà abrogando l' intera legge e scrivendone un' altra, o modificando le parti sbagliate della legge esistente, è solo un problema di tecnica legislativa, che risolveremo nel modo più pratico e più efficiente». Tra i vostri alleati c' è chi propone di abrogare la legge sulle unioni civili e quella sul biotestamento. Lei è favorevole?  «Sono leggi sbagliate, alle quali ci siamo opposti con chiarezza, pur rispettando la libertà di coscienza dei nostri parlamentari su temi etici così complessi e delicati. Non abbiamo cambiato idea, quindi è naturale che nella prossima legislatura, se come credo avremo la maggioranza, le modificheremo. Questo non significa necessariamente tornare alla situazione di prima; significa, per quanto riguarda le unioni civili, definire chiaramente la funzione sociale del matrimonio fra un uomo e una donna, orientato alla procreazione e all' educazione della prole. Sul tema del testamento biologico, credo si dovrà riportare al centro il rapporto fiduciario medico-paziente, o medico-familiari del paziente, se questi non è in grado di prendere decisioni. Nessuno può essere condannato a subire trattamenti medici che non desidera, ma nessun medico può essere vincolato a decisioni prese dal paziente in astratto, in momenti diversi e lontani, senza una precisa consapevolezza della situazione clinica e delle possibilità terapeutiche, di controllo del dolore, di qualità della vita offerte dalla medicina al momento nel quale il problema concretamente si pone». Secondo i sondaggi, lei ha lo stesso gradimento di Beppe Grillo. Forza Italia, però, continua a essere accreditata di una percentuale di voti nettamente inferiore rispetto a quella dei Cinque Stelle. È il suo partito il problema?  «Credo che i termini della questione vadano capovolti. Vi sono molte persone che non votano Forza Italia, magari perché hanno idee politiche diverse dalla nostre, ma che mi stimano, forse - non sta a me dirlo - per quello che ho fatto nella vita, non soltanto come uomo di Stato, ma prima ancora come imprenditore e come uomo di sport. La stima di questi elettori mi onora particolarmente, spero che alcuni di loro considerino che metto a disposizione la mia esperienza e le mie capacità per provare a far ripartire l' Italia». Lei ha eletto Luigi Di Maio a suo rivale diretto. È disposto ad incontrarlo in un confronto televisivo prima del voto?  «Lei ha voglia di scherzare, forse. Prima che il signor Di Maio possa considerarsi mio rivale dovrà avere un curriculum un po' più significativo che aver fatto lo steward allo stadio San Paolo. Io, a differenza di lui, solo allo stadio ho vinto cinque Champions League, tre coppe intercontinentali e otto scudetti. E nel frattempo costruivo delle città modello, una delle più grandi aziende televisive d' Europa, un movimento politico che in due mesi ha vinto le elezioni. No, mi dispiace, il signor Di Maio ed io non avremmo proprio nulla da dirci». «Al momento Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sono divisi, domani vedremo». Lo ha detto il suo amico Fedele Confalonieri al Fatto. Anche lei dice «vedremo» oppure stavolta la pensa in modo diverso da lui?  «Fedele è probabilmente il mio amico più caro, è una delle persone più intelligenti che conosco, è la persona che ha lavorato con me più a lungo e più da vicino, è un secondo padre per i miei figli, ma non è il mio portavoce, e non ha mai voluto nessun ruolo politico. È un cittadino che ha delle opinioni che talvolta sono diverse dalle mie. Come in questo caso». A proposito di amici: Adriano Galliani sembra perfetto per fare il ministro dello Sport. Lei ci sta pensando?  «Vi sono poche persone al mondo che conoscono il mondo dello sport meglio di Adriano. Ma questa non è una candidatura. Non ho alcuna intenzione di alimentare, neppure con nomi citati a titolo di esempio, una giostra di equivoci, di pettegolezzi e di illazioni. Adriano, per ora, è solo candidato al parlamento. Al momento giusto comunicheremo la lista dei ministri che sottoporremo al capo dello Stato». Lei ha detto che Antonio Tajani sarebbe un ottimo premier, ma non l' unico possibile per Forza Italia, perché ha altri due nomi «coperti». Tutto fa pensare che siate lei e Gianni Letta. È così?  «Non ho due nomi coperti, ne ho molti di più. Ma il mio non è affatto coperto!». Ha detto anche che nel suo governo vedrebbe bene Salvini agli Interni. Giorgia Meloni dove se la immagina? «Perché non alla Difesa? Ma questo ovviamente è un gioco. I nomi veri li vedremo con gli alleati e Giorgia - come Matteo - è talmente brava che farebbe bene in qualsiasi ministero». Scenario probabile: il 5 marzo nessuno ha i numeri per governare. Il centrodestra è la prima coalizione, ma i Cinque Stelle sono il primo partito. Di Maio dice che in questo caso Sergio Mattarella dovrebbe affidare a lui l' incarico di formare il governo. Secondo lei che dovrebbe fare il capo dello Stato?  «Questo non è affatto uno scenario probabile, perché noi avremo la maggioranza dei seggi. In ogni caso, aggiungo che il fatto di essere il primo partito non significa nulla: quello che conta è avere la possibilità di creare una maggioranza in parlamento, maggioranza che certamente dovrà essere di coalizione. I grillini sono abituati a cambiare idea ogni giorno su qualsiasi argomento. Fino a poco tempo fa avevano sempre escluso di fare delle coalizioni, e d' altronde non vedo chi potrebbe essere così irresponsabile e così politicamente suicida da volersi coalizzare con loro». Lo stallo potrebbe costringere il presidente della Repubblica a proporre un premier super partes, esterno ai partiti. In questo caso quale sarebbe un nome, o un profilo, che potrebbe vederla d' accordo? Mario Draghi, per il quale lei ha già speso ottime parole, potrebbe essere la persona giusta?  «Mario Draghi sarebbe la persona giusta per qualsiasi incarico. Non per caso sono stato io, come presidente del Consiglio, a volerlo tenacemente alla guida delle Bce, prevalendo sull' opposizione della Germania. Ma non ci sarà nessuno stallo e quindi il presidente della Repubblica non avrà questo imbarazzo. Ascolterà le indicazioni dello schieramento che avrà vinto le elezioni, cioè le nostre, e, se le avrà condivise, incaricherà di formare il governo la persona da noi indicata. Dal canto suo, Draghi è stato comunque molto chiaro nell' escludere un proprio diretto coinvolgimento nella politica». di Antonio Carioti

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