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Sergio Mattarella, i dubbi del Quirinale sul contratto di governo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini: cosa manca

Giulio Bucchi
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Tra M5s e Lega tutto fatto. Tranne il contratto di governo da presentare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al di là delle ironie, la riunione-fiume di giovedì tra i grillini Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora da un lato e i leghisti Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti dall'altro è servita a mettere a punto le linee-guida del programma del governo gialloverde, un programma che domenica sera sarà al vaglio del Colle insieme alla lista di 20 ministri. Se tutto andrà bene, nei primi giorni della prossima settimana potrebbe venir conferito l'incarico.  Leggi anche: Il punto su cui può collassare il patto Di Maio-Salvini Prima però c'è da risolvere qualche giallo. Tra i punti di convergenza tra Lega e M5s ci sono "superamento della legge Fornero", sburocratizzazione e riduzione di leggi e regolamenti, reddito di cittadinanza, misure per il recupero fiscale in favore dei contribuenti in difficoltà, studio sui minibot, flat tax, riduzione costi della politica, lotta alla corruzione, contrasto alla immigrazione clandestina e legittima difesa". E ci sarebbe anche (sorpresa) la legge sul conflitto d'interessi che non piace a Forza Italia, ma che secondo Di Maio ha ricevuto l'ok dalla Lega. Si tratterà poi di far coesistere (impresa difficilissima) altri due punti forti di Lega e M5s in campagna elettorale, come flat tax e reddito di cittadinanza. Anche in questo caso, il programma è decisamente abbozzato. Secondo il Corriere della Sera, dubbi al Quirinale solleverà anche la fumosità sulle risorse necessarie alla maxi-operazione per espellere i clandestini. Di tutto questo nel contratto di governo per ora non c'è traccia: entro domenica servirà una messa a punto credibile, perché l'incarico non sarà "a scatola chiusa".

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