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Roberto Fico, perché il presidente della Camera dovrebbe vergognarsi: a chi non versa i contributi

Gino Coala
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Il presidente della Camera Roberto Fico si candida a diventare il campione tra i grillini che pensano di predicare bene, ma razzolano un po' come pare a loro. Mentre quello che passa come l'ortodosso del grillismo più radicale, il censore del malcostume politico pronto a tagliare i vitalizi agli ex parlamentari, proprio lui è il primo che non rispetta una delle regole più odiate, non a caso, dalla pattuglia parlamentare pentastellata. Leggi anche: Fico stracciato sui vitalizi, il sondaggio fatto sparire dai grillini: perché si vergognavano Quando si tocca il proprio portafoglio, è dura accettare tagli e sacrifici. Fico non fa eccezione, visto che, come riporta il Giornale, non versa i contributi al suo partito da quando è rientrato a Montecitorio. La regola grillina vuole che ogni parlamentare non guadagni più di 3.250 euro netti mensili, stipendio ridotto in base alle assenze. Esiste un rimborso per le spese generali di massimo 3 mila euro, per chi risiede fuori Roma, e di 2 mila per i romani. Il resto dell'indennità da parlamentare dovrebbe andare al Fondo per il microcredito (o altra istituzione scelta sulla piattaforma Rousseau) per non meno di 2 mila euro al mese. E Fico a chi la dà la parte in eccedenza del suo stipendio? I parlamentari grillini avrebbero l'obbligo di riportare tutti i loro documenti contabili sul sito tirendiconto.it, o piattaforme analoghe che garantiscano il principio tanto sbandierato di trasparenza. Peccato però che da mesi dei versamenti di Fico non c'è più traccia, fatta eccezione per un bonifico di febbraio pari a 1.993 euro. Proprio una bella figura per il più agguerrito nemico ai privilegi della casta, a parole.

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