Renzi: "Rottamazione si è fermata a metà"
Roma, 9 lug. (AdnKronos) - "Il Pd continua con le divisioni interne che per me sono state una delle cause della sconfitta elettorale". Lo scrive Matteo Renzi nella enews. "Abbiamo deciso di fare un nuovo congresso, con nuove primarie: speriamo che almeno stavolta - sottolinea l'ex segretario dem - chi vincerà le primarie possa guidare il partito senza il fuoco amico dei propri compagni di strada. Speriamo cioè che i capicorrente, per una volta, rispettino il mandato delle primarie". "Ho fatto l'analisi della sconfitta, come mi era stato richiesto. Sono tante le cause del 4 marzo" scrive Renzi postando un link al suo intervento all'assemblea Pd di sabato. L'ex segretario ribadisce, facendo una sintesi del suo discorso, gli "errori" fatti in campagna elettorale: "Abbiamo pensato che un'algida sobrietà fosse sufficiente a prendere i voti di chi invece vuole un sogno per cui lottare, un orizzonte verso il quale camminare. Non è così". "Qualcuno si è offeso - e mi dispiace - per altri passaggi, che pure mi sembrano sacrosanti - sottolinea - la marcia indietro sui voucher è stato un errore, il balletto sul sì o no rispetto alla fiducia sullo Ius Soli è stato un autogol, il dibattito auto imposto sulla coalizione è stato assurdo, lo stop al provvedimento Richetti sui vitalizi incomprensibile". "Io non sono d'accordo con chi dice che dobbiamo rappresentare il futuro come una minaccia, mentre per me il futuro è e rimane un'opportunità. Su altre invece siamo tutti d'accordo: il vento populista dall'estero, le divisioni fratricide assurde, il logoramento della leadership in polemiche interne costanti. Il mancato rinnovamento del gruppo dirigente soprattutto al sud, di cui io sono il principale responsabile: la rottamazione si è fermata a metà". Quindi Renzi aggiunge: "Rispetto le opinioni di tutti, ma se vogliamo fare l'elenco degli errori, bisogna dirli tutti. Altrimenti si perde l'occasione di migliorarsi. Chiarito il passato, parliamo di futuro? Senza polemiche, solo politica". L'ex premier parla anche dei Cinque Stelle. "Potremo perdonarli per le bugie che ci hanno buttato addosso, ma non potremo mai perdonarli per l'odio che hanno immesso in quantità industriale nel dibattito pubblico italiano - scrive - E pensare che c'era qualcuno che voleva fare l'accordo con i Cinque Stelle convinti di avere a che fare con la nuova sinistra: per me loro sono la vecchia destra, non la nuova sinistra". Poi Matteo Salvini. "L'atteggiamento sull'immigrazione va contro i nostri valori ma anche contro i nostri interessi: con la strategia di Salvini l'Italia torna a essere una provincia dell'Impero Austro Ungarico - afferma Renzi - Ci stiamo mettendo in trappola da soli, facendo l'alleanza coi nostri principali avversari". "Chi dice 'Prima gli italiani' rischia di farci chiudere il Brennero (a proposito: ma le aziende del Nord Est si rendono conto di che cosa rischiano?)", rimarca l'ex segretario dem. "Oggi si volta pagina e si inizia a costruire il futuro. Ma proprio per questo avverto il bisogno di dire grazie - scrive Renzi - Nel chiudere questi quattro anni devo dire grazie a tutti voi. E soprattutto ai volontari, ai militanti, ai cittadini normali, quelli fuori dal gioco stretto della politica. Non esiste una comunità senza un leader. Ma non esiste neanche un leader senza comunità". "Nei quattro anni appena trascorsi l'Italia è uscita dalla recessione grazie al lavoro che abbiamo fatto. Ci sono più diritti e meno tasse, per tutti. Abbiamo raggiunto una forza che nessuno ha mai avuto in Italia: nel 2015-2016 avevamo 6.000 comuni su 8.000, 17 regioni su 20, la maggioranza assoluta del Governo, il 41% alle europee. Neanche la Dc dei tempi d'oro aveva così tanto potere. Anziché utilizzarlo per pensare alla mia fiducia personale o alla mia carriera ho deciso insieme a tutti voi di investire ogni secondo per provare a cambiare l'Italia e a liberarla dalle sabbie mobili. Abbiamo commesso errori ma oggi il Paese sta meglio di prima. E lo confermano tutti gli indicatori, a cominciare da quello sui posti di lavoro", conclude Renzi.