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Luigi Di Maio, dl dignità: "Manomessa la relazione tecnica". Il Mef lo sputtana: "Balle"

Davide Locano
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Deliri da grillini: Luigi Di Maio grida al complotto. Già, il ministro del Lavoro non ha gradito i rilievi della relazione tecnica sul decreto Dignità che ha messo in luce un fattore finora rimasto nascosto: con l'entrata in vigore del decreto si perderanno ben 8mila posti di lavoro. Insomma, mettono nero su bianco le magagne di una legge profondamente sbagliata? E lui grida al complotto delle lobby, le quali avrebbero manomesso la relazione tecnica che, di fatto, boccia la norma: "80mila è un numero che non sta da nessuna parte, mi faccio una risata. C'è un altro numero invece: 8mila. Perché nella relazione c'è scritto che questo dl farà perdere 8mila posti di lavoro in un anno. Ci tengo a dirvi che quel numero è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dal governo", ha affermato in un video su Facebook. Leggi anche: Luigi Di Maio, il macellaio: taglia le pensioni E ancora: "La verità, osserva, è che questo dl Dignità ha contro lobby di tutti i tipi". Poi spiega: "Il tema è che c'è un tot di contratti a tempo determinato, la relazione dice che in quel tot per effetto del decreto se ne perderanno ottomila. Perché nella relazione non c'è scritto quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta? - continua -. È questo che mi lascia veramente perplesso, perché questo decreto ha contro lobby di tutti i tipi, tanto è vero che ci è voluto un po' per farlo arrivare al Quirinale, e ringrazio il presidente della Repubblica che lo ha firmato. Il mio sospetto è che questo numero sia stato un modo per cominciare a indebolire questo decreto e fare un po' di caciara. Non mi spaventa". A stretto giro di posta, però, arriva proprio la risposta del Mef ai grillini: il ministero fa sapere che il dato degli ottomila posti di lavoro a rischio con il decreto dignità era già contenuto nella relazione tecnica arrivata proprio al Mef. Da prassi le relazioni tecniche, infatti, "sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni che le propongono. La Ragioneria dello Stato esamina quanto riceve e verifica coperture e oneri: se le cifre sono in ordine il provvedimento viene 'bollinato'", fanno sapere.

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