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Pd, i dem verso il ridicolo: torna la Margherita e i Ds

Gino Coala
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Ci sono voluti diversi anni, figuracce epocali e risse ancora in corso tra esponenti del Partito democratico per capire che gli ex comunisti dei Democratici di sinistra e gli ex democristiani della Margherita tra loro hanno ben poco da spartire. La fusione a freddo voluta a tutti i costi nel 2007 si è rivelata fallimentare alla prima vera crisi, culminata con lo scoppolone del voto il 4 marzo scorso e andato avanti con i sondaggi successivi che hanno condannato il Pd a livelli imbarazzanti. Leggi anche: Feltri smaschera la farsa dei piddini: per la Margherita ha pagato solo il tesoriere, per la Lega tutti La voglia di rispolverare le vecchie insegne delle botteghe è già evidente tra gli ex compagni dei Ds. Come racconta il Fatto quotidiano, c'è per esempio Peppe Provenzano che, dopo aver rinunciato alla candidatura in Parlamento messo dopo la figlia dell'ex ministro Salvatore Cardinale, ha messo in piedi la rete "Sinistra anno zero". Cade così l'ultima foglia di fico sulle pubenda piddine, Provenzano punta a fare il leader della nuova sinistra, partendo dalla contraddizione che oggi vivono i dem: "Bisogna capire se basta un partito o se si deve prendere atto che non si può tenere insieme chi vuol fare Corbyn e chi Macron. Questo è il tema". Basta un piccolo passo in avanti con l'analisi del momento per capire che la fase successiva sarà la nascita di un nuovo polo a sinistra, rimettendo insieme le schegge impazzite tra LeU e altri. E al centro una nuova aggregazione, in stile Margherita appunto, che guardi agli altri partiti centristi. E in questa nuova rivoluzione, resta sempre decisivo il ruolo di Matteo Renzi, che deve ancora decidere se restare a battagliare nel Pd per riprendersi la segreteria, oppure mandare al diavolo gli ex compagni e tirare dritto per la sua strada. Ma sono dubbi che si risolveranno entro il possibile congresso Pd, sempre se si farà.

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