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Luigi Di Maio, lo sfogo brutale contro il ministro Tria: "Non hanno capito, così va a casa"

Gino Coala
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Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ci ha messo tre ore per spiegare al vicepremier Luigi Di Maio perché il reddito di cittadinanza oggi è più una fantasia che un progetto concreto. I margini nella prossima manovra sono a dir poco limitati, il ministro dell'Economia è stato fin troppo chiaro nell'ultimo vertice a palazzo Chigi davanti al premier Giuseppe Conte, il vice Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Leggi anche: Pensioni, la brutta notizia: "Addio quota cento". La mazzata sugli assegni: chi paga Tre ore di lezioncina che non sono piaciuti per niente a Di Maio. A fine vertice, quando ormai erano passate da poco le dieci, scrive La Stampa, il grillino ha mandato un ordine perentorio nella chat dei ministri pentastellati: "Tutti convocati". Ne è nato un vertice improvvisato degli M5s al governo, seduti al tavolo in un ristorante dietro il Parlamento. Una cena amarissima che è stato più uno sfogo: "Non vogliono consentirci di fare il reddito di cittadinanza - ha sibilato il ministro al Lavoro - Non hanno proprio capito allora... Se continua così Tria può andare a casa". Il clima non era dei più sereni già prima del vertice, quando lo stesso Salvini aveva detto chiaro e tondo: "Se stiamo dietro alle paturnie di tutti, ci facciamo del male". Poco prima Di Maio aveva bollato la pace fiscale voluta dalla Lega come "inaccettabile condono". Le schermaglie avevano raggiunto nuovi picchi sin dal vertice ad Arcore tra Salvini e Silvio Berlusconi, i grillini sono irritati, temono un patto sulle tv e per la prima volta hanno messo nel mirino la candidatura di Marcello Foa alla presidenza della Rai. Salvini invece sospetta che quella dei grillini sia solo una ritorsione, dopo le sue rassicurazioni sui tetti alla pubblicità su Mediaset. L'ambientino al governo insomma è sempre più incandescente.

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