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Abruzzo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista muti da 18 ore: il sospetto tutto da godere sul M5s

Davide Locano

Ore 17.11. Il momento in cui scriviamo questo breve articolo. Sono passate più di 18 ore dalla chiusura delle urne in Abruzzo. Sin dal primo momento è stato chiaro, anzi chiarissimo, il verdetto: centrodestra a valanga, crollo verticale per il M5s. Già, i grillini hanno perso la bellezza di 200mila voti rispetto alle politiche dello scorso anno. In termini percentuali sono passati dal 40% al 20% in meno di un anno. La metà. Un crollo. Un disastro. Anzi, un meritatissimo disastro: gli italiani stanno capendo con chi hanno a che fare e lo hanno detto chiaro e tondo alle urne. Ma si diceva. Ore 17.11, il momento in cui questo articolo era stato iniziato. E fino a quel momento, dopo oltre 18 ore dalla fine del voto, né Luigi Di Maio né Alessandro Di Battista hanno detto una parola. Zitti. Muti. Massacrati. Poi, certo, parleranno. Dopo un lavoro lungo quasi un giorno riusciranno a trovare un modo per spiegare questo disastro, dicendo che "non è finita" o quello che vorranno dire e bla bla bla. Ma questo lunghissimo silenzio pesa. Ed è emblematico: forse, sanno che la fine politica del M5s è vicina. Più vicina di quanto chiunque potesse immaginare: no, neppure Matteo Renzi era riuscito nell'impresa di tracollare a simile velocità. Leggi anche: Travaglio a pezzi dopo il voto in Abruzzo