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Matteo Salvini contro Di Maio e Tria, retroscena Lega dopo il CdM disastro: "Troppi no, così non si va avanti"

Giulio Bucchi
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I risparmiatori dovranno attendere. Ancora. Ieri il Consiglio dei ministri - che avrebbe dovuto varare anche il provvedimento per rimborsare i truffati dalle banche, si è concluso dopo oltre 4 ore di discussione, con l' approvazione del decreto Crescita, ma senza la norma (attesa e discussa), che avrebbe aperto la porta agli indennizzi. Alla fine non sono entrate nel dl Crescita le norme sui ristori, al centro di un duro braccio di ferro tra il ministro dell' Economia, Giovanni Tria, e il Movimento Cinque Stelle. Leggi anche: Banche, niente intesa sui rimborsi ai truffati. Il raptus di Di Maio contro Tria Tutto rinviato, quindi, per decine di migliaia di italiani che da anni, ormai, attendono una risposta. Rinvio a lunedì prossimo quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è impegnato ad incontrare i rappresentanti delle associazioni dei risparmiatori. E forse solo dopo il nodo potrà finalmente essere sciolto. «Siamo contenti come M5s che in questo decreto non sia entrata alcuna norma sui risparmiatori, non perché non si vogliano aiutare ma noi vogliamo che vengano pagati senza arbitrati o contenziosi, devono essere indennizzati», si è premurato di precisare il vicepremier Luigi Di Maio al termine del Cdm, puntualizzando che «niente si fa senza averli incontrati. L' obiettivo resta quello di risarcirli direttamente con la norma che abbiamo messo nella legge di bilancio e con le norme tecniche che discuteremo con loro». Rinvio a lunedì - Una convocazione «considerato un atto dovuto», ma che alle 21 di ieri sera suona tanto come un escamotage e avere più tempo per superare divergenze e contrasti interni alla maggioranza e con Via XX Settembre. Ed individuare quel famoso «percorso a doppio binario», tanto caldeggiato dal Mef. Di Maio assicura che in Cdm non «c' è stato alcuno scontro», e anzi che il tempo in più servirà a trovare «una soluzione tecnica» per arrivare agli indennizzi diretti. Palazzo Chigi cerca di sterzare l' attenzione sugli altri provvedimenti inclusi del decreto omnibus che il governo spera possano dare una spinta alla crescita. «Entro lunedì», precisa Di Maio, «incontrando le associazioni dei risparmiatori, bisognerà trovare una soluzione tecnica. Sui truffati i pagamenti devono avvenire subito, con indennizzo diretto». In altre parole non sono entrate le norme volute inizialmente dal ministro dell' Economia Giovanni Tria che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori. Ricordando che «deve essere chiaro che quando noi abbiamo fatto la norma in legge di Bilancio abbiamo scritto che i truffati devono avere i soldi e questo è l' obiettivo che portiamo avanti». Nega poi frizioni con Tria: «Non è in discussione il ruolo di alcun ministro, siamo una squadra, lavoriamo agli obiettivi e come capo politico del M5s ho il dovere di sollecitare le priorità per gli italiani». Certo appare improbabile che nelle prossime 72 ore si possa trovare una soluzione politica ad un problema che doveva essere risolto a fine dicembre con la legge di Bilancio. E l' ipotetica ricerca di una ennesima "soluzione tecnica" la dice lunga sullo stato di tensione. Prima ancora che uscisse il tradizionale comunicato ufficiale di Palazzo Chigi "fonti" della Lega hanno fatto filtrare tutta l' irritazione del Carroccio. «Troppi no e troppa lentezza. Serve un cambio di passo. La Lega vuole più concretezza. Ci aspettiamo risposte serie e reali per i risparmiatori (lunedì deve arrivare lo sblocco agli indennizzi per i truffati) ma basta bloccare il Paese con i no». Non è un ultimatum ufficiale su carta intesta ma poco ci manca: «Devono partire cantieri, opere, flat tax, bisogna togliere la burocrazia inutile, riformare il codice degli appalti, fare la riforma della giustizia per avere tempi certi. Alle parole ora devono seguire i fatti». Frizioni e rinvii a parte il decreto omnibus si è espanso notevolmente. Ma il lavoro sul testo è ancora tutto da completare e infatti è stato approvato con la consueta dicitura a fisarmonica «salvo intese». Rientro dei cervelli - Di Maio si dice ottimista. E' certo che «il decreto avrà un impatto positivo sul nostro Pil, ma soprattutto aiuterà le imprese». E infatti vengono lanciate misure per il sostegno made in Italy, aumenta al 60% lo sconto Imu per i capannoni, e arriva un nuovo fondo di garanzia anche per le aziende di medie dimensioni (fino a 2 milioni). E riproposta la norma per il rientro cervelli: «daremo sgravi fiscali ai ricercatori che vogliono tornare in Italia». Viene introdotto un fondo da 140 milioni di euro per sostenere lo sviluppo dell' economia circolare, quello per la tutela dei marchi storici (100 milioni), la semplificazione del patent box. Viene anche allargata a circa il 90% del Paese il "sismabonus" per le zone sismiche 2-3, introdotta un «piano di grandi investimenti nelle Zone ad economia speciale (Zes), da 300 milioni, e «misure a sostegno e incentivazione della capitalizzazione delle imprese». Infine per rinnovare i vecchi edifici con palazzi nuovi e ad alta efficienza energetica è stato approvato uno sconto su imposte di registro, ipotecarie e catastali (200 euro l' una) per le imprese che acquistano interi stabili «a condizione di demolirli e ricostruirli». Ma fuori dal centro storico. di Antonio Castro

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