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Luca Ricolfi mostra le prove: "Quando e come nasce l'alleanza tra Pd e grillini"

Cristina Agostini
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Nicola Zingaretti vuole riportare nel Pd i voti della sinistra-sinistra ma in questo modo deluderà l'elettorato progressista che invece si dice stufo degli sbarchi incontrollati e chiede una linea più dura sull'immigrazione. Parola di Luca Ricolfi, sociologo e docente di Analisi dei dati all'Università di Torino, presidente della Fondazione David Hume. Che in una intervista a ItaliaOggi profetizza anche una alleanza tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. Ma la prima bacchettata a Zingaretti è sulle politiche economiche, ergo sblocco delle grandi opere, salario minimo, 10 miliardi per sanità e welfare. "Delirano", affonda Ricolfi: "Non ci sono neppure i soldi per evitare l' aumento dell Iva, il debito continua a crescere e che cosa ti propone la sinistra? Aumentare la spesa pubblica, cioè il deficit". Leggi anche: Si schiera con Salvini e umilia Di Maio, la svolta della Serracchiani Rispetto a Matteo Renzi che "cercava di compiacere la Confindustria e il ceto medio dipendente", Zingaretti cerca di ingraziarsi i sindacati e rubare un po' di voti popolari ai Cinque Stelle", "rispetto a Renzi, Zingaretti è diversamente demagogico". Detto questo, insiste Ricolfi, se il neo segretario "intende riportare all'ovile le pecorelle smarrite che, con scarso successo, cercava di intercettare Leu", il suo "magnete" potrebbe essere efficace. "Se invece intende riportare a sinistra quella parte dell'elettorato progressista che disapprova le politiche di accoglienza dei gloriosi anni renziani direi proprio di no. Anche perché l'unico che poteva tentare l'operazione, cioè Marco Minniti, si è ritirato in buon ordine". Di più. Riportare al Pd solo i voti della sinistra sinistra elettoralmente "è un serio problema per il Pd, perché la sinistra attirata da Leu vale al massimo il 5% dell'elettorato, mentre quella stufa degli sbarchi, a mio parere, vale intorno al 15%". Quindi, a somme fatte, "parliamo del 17-18%". E "se a questo 17-18% aggiungiamo il 5% di delusi da Renzi si arriva al 22-23%, diciamo al 25% a essere ultra-ottimisti. Oltre non si va". Insomma, "con il suo risicato 20-25%, se vuole tornare al governo, il Pd sarà costretto ad allearsi con i Cinque Stelle".

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