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Giuseppe Conte pronto a togliere l'incarico ad Armando Siri. Il retroscena da Palazzo Chigi

Cristina Agostini
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E' toccata a Giuseppe Conte la prima mossa sul caso di Armando Siri: "Entro la fine della giornata devo parlare con lui, appena torno dalla Cina dovremo parlarci. Da soli, io e lui", ha detto il presidente del Consiglio. Che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un retroscena, al ritorno domenica 28 aprile vuole un faccia a faccia con il leghista. Anche se l'esito, nel caso in cui non ci fossero nuovi elementi, sarebbe scontato.  Leggi anche: Guerra totale al governo? Quella voce su Mattarella: cosa lo turba più di tutto SIl premier vuole convincere Siri a fare un passo indietro. Altrimenti sarà lui a revocargli la nomina di sottosegretario. Anche se, come regola la Costituzione, il provvedimento deve portare la firma di Sergio Mattarella. E non a caso sulla scrivania di Conte è impilato il precedente del 2002, quando Carlo Azeglio Ciampi sottoscrisse il "foglio di uscita" dal governo dell'allora sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi, in rotta di collisione con il governo di Silvio Berlusconi. Insomma, da "arbitro" tra leghisti e pentastellati, ormai il premier si è schierato e si muove da leader del Movimento 5 stelle. E adesso l'anti-Salvini dei grillini del futuro rischia di essere proprio lui, Conte. "Finita questa esperienza, lui vorrà tornare a fare l' avvocato e il professore. Ma noi potremmo avere ancora bisogno di lui", si vocifera ai piani alti del M5s. 

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