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Primarie Pd, Renzi contro Epifani: "Non sono 370mila imbroglioni". Fioroni: "Torna la Margherita"

Il rottamatore scrive agli elettori: "L'8 dicembre venite a votare". La nomenklatura punta a delegittimare la sua vittoria, i cattolici sul piede di guerra

Giulio Bucchi
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Il Partito democratico l'ha dimostrato più volte: ci deve essere un codicillo nascosto nel suo statuto che prevede l'obbligo di autosabotarsi. E a giudicare da come si sta arrivando all'8 dicembre, giorno delle primarie per la segreteria, quel codicillo vale pure fuori dal Parlamento. La strategia della nomenklatura democratica per sbarrare la strada a Matteo Renzi pare chiara: se il rottamatore diventerà segretario, si ritroverà tra le mani un partito demolito, sfilacciato e soprattutto delegittimato. Le polemiche, i veleni, i ricorsi sui tesseramenti gonfiati in varie sezioni provinciali lo confermano. Secondo gli ultimi sondaggi, in un clima del genere soltanto il 16% degli elettri demoratici sarebbe disposto ad andare ai gazebo per scegliere il futuro leader del partito. Non a caso, è lo stesso Renzi ad appellarsi a sostenitori e oppositori: "Vi aspetto nei seggi del partito, per gli iscritti, fino a domenica 17 novembre. E aspetto tutti domenica 8 dicembre alle primarie". Come cantava Giorgio Gaber, libertà (dai vecchi potentati) è partecipazione: "Tocca a noi, nessuno si tiri indietro. Se non lo facciamo noi, nessuno lo farà al posto nostro. l destino del nostro Paese è nelle mani di chi legge questa lettera, di chi va a votare, di chi fa delle proposte". E al segretario Guglielmo Epifani, ai bersaniani e ai cuperliani non la manda a dire: "Chi in queste settimane spara nel mucchio dicendo che ci sono casi anomali nel tesseramento dovrebbe fare i nomi e i cognomi delle singole località. Altrimenti diamo l'impressione che 370mila persone che vanno a votare sono 370mila imbroglioni". Fioroni: "Così torna la Margherita" - Renzi usa toni probabilmente eccessivi, perché in ballo più che il destino dell'Italia qui sembra esserci solo quello di un partito sempre più scollegato dalla realtà. La prova più lampante è che, mentre il padre nobile del centrosinistra Romano Prodi ha annunciato che non andrà a votare alle primarie, il supercentrista Bepppe Fioroni più che di manovra, tasse e riforme preferisce concentrarsi su un tema decisamente popolare: il Partito socialista europeo. Epifani oggi ha esultato per l'"onore" che avrà il Pd organizzando il prossimo Congresso del Pse a Roma. "Un blitz pericoloso e grave che muta geneticamente il Pd", ha commentato Fioroni, ricordando che lo statuto del Pd escludeva l'ingresso nei socialisti europei. "Lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto", la butta lì un po' provocatoriamente Fioroni. Che, beffe democratiche, alle primarie sta con Cuperlo. Quello che vuole riportare il partito a sinistra.

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