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Matteo Salvini assediato da Conte, Di Maio e Trenta: "Lo esigo!", gelo totale al Viminale

di Giulio Bucchi domenica 21 luglio 2019

2' di lettura

Il fronte è chiaro, e anomalo: da un lato Giuseppe Conte, Luigi Di Maio ed Elisabetta Trenta, dall'altro Matteo Salvini e i sindacati. Il tavolo al Viminale è stato l'ennesimo, violentissimo scossone al governo. Il premier non è mai stato tanto duro con il suo vice leghista: "Se qualcuno pensa che si anticipano i dettagli di quella che si ritene debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale". Con messaggio forte e chiaro: "La manovra viene fatta qui dal presidente del Consiglio con il ministro dell'Economia. Non si fa altrove, non si fa oggi e i tempi li decide il premier. Non altri". Di Maio ha invece puntato il dito contro la presenza dell'ex sottosegretario dimissionato Armando Siri: "Se è un incontro politico, ci sta bene. Se è governativo, non ci sta bene". E rivolto a Cgil, Cisl e Uil, sprezzante: "Se i sindacati vogliono trattare con un indagato per corruzione e dire no al salario minimo, affari loro", parole giudicate dagli stessi sindacati "inaccettabili e offensive".  Leggi anche: "Chi è davvero Di Maio". Renato Farina avverte: perché Salvini deve scaricarlo E Salvini? Si è sfogato così, come riporta il Corriere della Sera: "Io sto portando tutta la pazienza del mondo, perché essere attaccato dai giornali e dalle opposizioni di sinistra ci sta, ma da chi sta governando con te un po' meno. La pazienza però non è infinita e tutti devono mantenere la parola data". L'impressione è che non è solo battaglia dialettica. Si arriverà al dunque in Parlamento, e i toni forse saranno ancora più aspri. Basta pensare al diktat della ministra della Difesa Trenta, d'area grillina, già entrata in collisione con Salvini sul tema migranti. Il Viminale pare intenzionato a dire no ai 7 milioni che la Difesa ha destinato agli straordinari dei militari di Strade Sicure e la Trenta vuole sapere il perché dal ministro degli Interni. Anzi: "Lo esigo!", per usare le sue parole. Roba da plotone d'esecuzione.

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