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Matteo Salvini non esclude il rischio crisi. Delirio dei 5 stelle: vuole evitare il taglio dei parlamentari

Cristina Agostini
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Nulla è escluso. Tantomeno la crisi. Matteo Salvini incontrerà martedì 23 luglio Luigi Di Maio per una chiacchierata chiarificatrice. Il giorno seguente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferirà nell'Aula del Senato sul Russiagate. Poi replicherà il vicepremier leghista.  Insomma, sarà un'altra giornataccia per Salvini che però è forte dei sondaggi che continuano a darlo in crescita. Per questo, rivela il Corriere della Sera in un retroscena, non dice più: "Vado avanti" ma "non ci sono finestre", la crisi non è scongiurata e il ritorno alle urne resta una possibilità. "Il Paese è fermo, la riforma dell'autonomia è un brutto capitolo, la vicenda dell'Alitalia si poteva risolvere mesi fa, l'Ilva rischia di chiudere lasciando diecimila famiglie a casa, il reddito minimo è una follia, i cantieri sono fermi, a parte alcuni in Sicilia, che vanno avanti per interesse dei 5 Stelle. La loro ideologia ci sta mettendo in ginocchio, ha senso andare avanti?", si chiedono Salvini e i suoi. Che ora sono tentati più che mai dalla corsa in solitaria. Leggi anche: "Roba inqualificabile, quella sarà la scusa di Salvini". Conte, retroscena-terremoto: quando può cadere Al momento comunque la linea resta la stessa: "Non stiamo lavorando per fare cadere il governo, anche se la crisi non è scongiurata". I 5 Stelle sempre più infastiditi e impotenti lanciano un sospetto: "La Lega spinge per andare al voto subito, perché non vuole tagliare il numero dei parlamentari. A settembre ci sarà il voto definitivo e si vuole evitare di dare il via libera. Così facendo, potranno salvare la loro poltrona". Ma forse il problema è la loro poltrona.  

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