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Matteo Salvini, telefonate ai grillini per corteggiarli: maggioranza M5s-Pd incerta in Senato

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Caterina Spinelli
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Per la Lega non è finita qui: i senatori del Carroccio, in questi concitati giorni, si sono divisi, "commissione per commissione" con il compito di "sentire" i colleghi grillini per valutarne, perché no, anche la tenuta psicologica davanti all'alleanza con i dem: "Diciamo - conferma un parlamentare del M5S molto navigato che è stato oggetto di ripetute avances - che i colleghi della Lega hanno voluto ribadire con noi la loro presenza sul piano relazionale. Mi risulta che le telefonate sono state ripetute e hanno riguardato un gran numero di senatori del M5S" fa sapere alle colonne del Corriere. Leggi anche: Salvini a Berlusconi: "Noi non abbiamo bisogno di voi" La corsa ai consensi si svolge proprio in Senato (capogruppo leghista Massimiliano Romeo), là dove M5s e Pd potrebbero non raggiungere la maggioranza (a loro mancano quattro voti per potersi considerare salvi). Una battaglia che terminerà venerdì 6 settembre quando probabilmente si terrà la fiducia al governo del Conte bis. Quando si capirà se anche i voti dei due senatori del Maie eletti all'estero, Adriano Cario e Ricardo Merlo, saranno ereditati da questo nuovo esecutivo. "È evidente che se il programma del nuovo governo viene scritto a quattro mani tra M5s e Pd, il perimetro della nuova maggioranza risulterà differente da quello che è uscito dalle consultazioni del presidente della Repubblica e con il presidente incaricato", avvertono i capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris e alla Camera, Federico Fornaro. I 4 voti della sinistra, infatti, risultano vitali per la maggioranza M5S-Pd (sulla carta, 168 senatori compreso Leu e senza il dissidente grillino Gianluigi Paragone) che al Senato è appesa a un filo. 

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