Giuseppe Conte alla festa del Fatto da Travaglio: "Cosa significa discontinuità". Ufficiale: ci prende in giro
Alla festa del Fatto quotidiano in Versilia 20 minuti di "auto-spot" di Giuseppe Conte. Il premier incaricato tesse le lodi del nascente governo Pd-M5s, sotto lo sguardo estasiato del direttore Marco Travaglio. Ma non mancano momenti di profondo imbarazzo. Primo tra tutti, la risposta di Conte alla domanda su cosa significhi veramente "discontinuità". "Aprire un'ampia stagione riformatrice per il Paese, mettere in primo piano una visione del Paese di economia sostenibile, economia circolare. Fare cose non stratosferiche ma che andavano fatte e non siamo riusciti a farle, e farle con la massima determinazione. È la più grande sfida". Al di là che sembrano parole uscite da Gentiloni o Enrico Letta, viene il dubbio: riuscirà Conte a centrare questi obiettivi con un M5s ancora più diviso al suo interno e un Pd altrettanto frazionato in sostituzione a una Lega granitica? Secondo momento che desta perplessità. Travaglio, Padellaro e Gomez non possono sottrarsi a chiedere conto a Conte del tema toto-ministri. Il premier incaricato alza un muro per la verità friabilissimo: "La priorità in questo momento è il programma. Le cose stanno andando bene, è un momento in cui sto lavorando al programma, è importante un programma che si dia una visione del Paese, una prospettiva di governo". Mentre Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si stanno massacrando a distanza, Conte si mostra tranquillissimo: "Vedo un buon clima di lavoro. Da questo punto di vista sono convinto assolutamente che tutti sono disponibili ad accantonare il passato e a concentrarsi su questo importante progetto che riguarda l'intero Paese". Conte grillino? "La mia è una vicinanza ma è inappropriato definirmi il premier del M5s". E qui, in parte, gli si può chiedere: in fondo, prima di essere candidato ministro (e poi fatto premier) nel 2018 dai 5 Stelle, il professore era elettore dichiarato del Pd. In fondo, tutto torna.