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Vittorio Feltri-Mara Carfagna, botta e risposta: "Retrocessa a figurante", "Perché attacco Salvini"

Davide Locano
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Di seguito, vi proponiamo il botta e risposta tra Mara Carfagna e Vittorio Feltri, pubblicato su Libero di mercoledì 4 settembre. La deputata di Forza Italia replicava a un articolo di Pietro Senaldi, il quale le rimproverava gli eccessivi attacchi alla Lega e Matteo Salvini a discapito delle attenzioni al suo partito. Caro Direttore, ho letto il vostro articolo ("Anziché pensare a Forza Italia la Carfagna attacca il Carroccio") e le scrivo per precisare la mia posizione politica su tre punti. Il primo: non so se qualcuno stia preparando stampelle parlamentari per il governo Pd-M5s, personalmente ne dubito, ma in ogni caso io non gioco quella partita. La ritengo, come scrive anche Senaldi, di corto respiro, così come di corto respiro è stata la fase precedente: quella che ha visto Forza Italia pregare inutilmente, per 14 mesi, Matteo Salvini di tornare a casa. Leggi anche: Pietro Senaldi, affondo contro Mara Carfagna Sono convinta che il centrodestra - e siamo al secondo punto - sia un riferimento essenziale per il Paese: tocca alla Lega, ai suoi dirigenti più intelligenti e sensibili, a quelli che sui territori lavorano tutti i giorni con noi, riflettere sul fallimento della corsa solitaria intrapresa a livello nazionale e sulla necessità di reinventare un modello di collaborazione e alleanza, non solo nelle forme ma anche nei contenuti. I partiti sovranisti europei (vedi l' ungherese Viktor Orban) collaborano col Ppe e hanno contribuito all' elezione della nuova presidente della Commissione Ue. Persino la segretaria dell' Afd, l' ultradestra tedesca, dopo la vittoria in Brandeburgo sta cercando intese coi popolari di Angela Merkel. Solo da noi si è spesa la retorica dei "pieni poteri" e del "non abbiamo bisogno di nessuno" anziché coltivare progetti più sensati ed efficaci. Terzo punto, le mie ambizioni personali. È vero, ne ho. Ma non ho bisogno di "reinventarmi" per coltivarle. La mia esperienza politica nasce a destra e lì intende restare. Mi fa ridere il solo accostamento al terzetto Grillo-Fratoianni-Franceschini. Se vi serve un bersaglio polemico a cui rivolgervi, guardate piuttosto ai molti - anche dentro Forza Italia - che per mesi, quando Matteo Salvini era al 36 per cento, gli hanno tributato quotidiani atti di sottomissione e adesso ostentano toni da battaglia. Io ho cercato di suggerire una linea diversa quando farlo era molto difficile, ma a me sembrava giusto e politicamente opportuno. Resto convinta, infatti, che con una maggiore autonomia di proposta e pensiero Forza Italia non sarebbe precipitata al 6 per cento, i rapporti di forza con la Lega sarebbero stati più equilibrati, la storia diversa: forse ora il Paese sarebbe governato dal Centrodestra e non sarebbe in mano a una pericolosa alleanza tra sinistra statalista e fanatici del pauperismo e della decrescita. È vero, come scrive il vostro articolo, che in politica non si va avanti senza sporcarsi un po' le mani. Ma pure senza coraggio non si arriva da nessuna parte. Con i Don Abbondio non mi sono accompagnata ieri, quando sarebbe stato conveniente farlo: di sicuro non ci finirò domani. di Mara Carfagna *** Cara Mara, Libero non ce l' ha con te, protagonista di una storia non banale nel centrodestra. Ma non possiamo per onestà intellettuale trascurare il fatto che Forza Italia si sta avviando tristemente a diventare un partito residuale, incapace di resistere ad una erosione impressionante dei propri consensi. Ci sarà un perché? Leggi anche: "Roba da videogiochi": Mara Carfagna attacca Matteo Salvini Non ci inventiamo niente, limitandoci a descrivere la realtà, per quanto triste. E la realtà è che il blocco berlusconiano, una volta imponente, oggi è poca cosa, addirittura valutato dai sondaggi non superiore a un modestissimo e avvilente 6/7 per cento. Se un partito un tempo era maggioritario e adesso si trova sui fondali della classifica dovrebbe domandarsi dove ha sbagliato. E invece non lo fa. I suoi dirigenti si smarriscono in discussioni senza costrutto e perdono di vista il punto centrale: non si chiedono neppure dove hanno sbagliato e come riparare ai propri gravi errori a causa dei quali si sono emarginati. Tu sei stata una stella per anni di FI e mi stupisco che non ti renda conto, ora, di essere retrocessa a figurante. Se voi siete stati sconfitti nella battaglia, a mio avviso, non dovete prendervela con la Lega che vi ha rubato i voti, è un esercizio vacuo quello di attaccare Salvini accusandolo di avervi superato brutalmente. Semmai dovreste, tu e le tue truppe, tentare una rimonta non impossibile. Basterebbe smetterla di combattere contro il sovranismo, che è solo una parolaccia, e cercare di interpretare il comune sentire del popolo. Il quale non ne può più della immigrazione selvaggia, detesta il politicamente corretto, non sopporta l'eccessivo carico fiscale, odia le banalità e le contraddizioni della sinistra, la cui imbecillità si evince dalla sua teoria. Questa: dare soldi alla gente che non lavora e tassare di brutto chi lavora, incrementa la disoccupazione. I governi che non sanno fare il conto della serva, ovvero spendere meno di quanto incassano, sono destinati a perire tra atroci tormenti. Forza Italia purtroppo ha smarrito la sinderesi. Non sa più che pesci pigliare. Non attira l'attenzione degli elettori. E di chi è la colpa? Nostra o vostra? Dei giornali o degli azzurri? Tu, Mara, sei una donna intelligente e capace, capirai che il povero Tajani non è un medico miracoloso e che Berlusconi non possiede le energie di una volta, allorché, sebbene massacrato ingiustamente dalla magistratura e dagli avversari, riusciva a prevalere. I tempi sono cambiati, o ti adegui alla realtà o la realtà mangerà anche te. Ti auguro di risorgere, ma non illuderti che ciò accada miracolosamente, serve una volontà di ferro. Ce l' hai? di Vittorio Feltri

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