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Luigi Di Maio e Zingaretti come Renzi e Berlusconi: la maledizione del Nazareno, "perché finirà malissimo"

Giulio Bucchi
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La fragilità di questo governo si deduce anche da piccoli particolari, dettagli in apparenza insignificante. Come la quasi totale assenza di foto che ritraggono insieme Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Salvo un fugace incontro istituzionale a fine 2018, per siglare un protocollo di intesa tra il Mise e la Regione Lazio per la diffusione della connettività e wi-fi, i leader di M5s e Pd "padrini" dell'inciucio prima di questa trattativa-lampo non si erano mai incrociati, o perlomeno non avevano mai posato insieme nelle foto-opportunity di rito.  Leggi anche: "Perché dureranno meno di Salvini". Senaldi, bomba sotto le poltrone di Pd e M5s  Brutto segno, secondo il commentatore di Repubblica Filippo Ceccarelli. Anche perché neppure in questi ultimi giorni si segnalano loro ritratti: "Né in piedi, né seduti, né in automobile; niente abbraccio, stretta di mano, risata, smorfia, niente di niente". "Se ne rendono conto i rispettivi spin doctor?", chiede ancora Ceccarelli. "Oppure è una calcolata e concordata strategia di comunicazione?". Dal punto di vista mediatico, è l'esatta rappresentazione di un governo "nato al buio" e "denuncia un reciproco pregiudizio, una riserva, una condizione di inconfessabile provvisorietà". Un po' come accaduto qualche anno fa con Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: i protagonisti del "Patto del Nazareno" mai pizzicati insieme. Non finì bene, per nessuno dei due.

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