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Giuseppe Conte lo aveva cacciato, ma lui ritorna: chi vuole il nuovo ministro Gualtieri al Mef

Caterina Spinelli
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Il nuovo ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha già avanzato l'intenzione di nominare come suo capo di gabinetto Roberto Garofoli, dimessosi da quella carica meno di un anno fa su pressioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Garofoli, magistrato del Consiglio di Stato, può imbarazzare, secondo il Fatto Quotidiano, la nuova alleanza Pd-M5s. Il magistrato - insieme a tutti gli altri tecnici degli anni del Pd - era stato riconfermato a sorpresa da Giovanni Tria nell'esecutivo gialloverde. In pochi mesi, però, entrò in conflitto con la sua maggioranza e, in particolare, col lato grillino, tanto che emerse pubblicamente nell'audio in cui il portavoce del premier, Rocco Casalino, si esprimeva in modo minaccioso sui "tecnici del Mef". Leggi anche: Daniele Franco verso le dimissioni, terremoto al ministero dell'Economia Poco dopo arrivò la "manina", la protagonista dell'esecutivo Lega-M5s. Raccontarono all'epoca da Palazzo Chigi che Conte scoprì nel decreto fiscale una norma apparentemente senza padre politico: un testo non rivendicato da alcun ministro - e dunque frutto di quella che sui giornali viene chiamata "manina" - che assegnava 84 milioni di euro in tre anni alla gestione commissariale della Croce Rossa, ente in liquidazione coatta, necessari a pagare la liquidazione dei dipendenti. Parecchi soldi - come ricorda il Fatto - che allarmarono Conte, il quale pretese lo stralcio della norma, difesa in quella riunione proprio da Garofoli. La faccenda della "manina" poi si complicò quando il quotidiano scrisse che, giusto alla fine del 2017, Garofoli, dopo anni di contenzioso proprio con la Croce Rossa, s'era accordato con la gestione commissariale per l'acquisto di una parte di un immobile a Molfetta, in Puglia, di cui il giurista e l'ente pubblico erano comproprietari: quell'immobile è divenuto poi un B&B di lusso. 

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