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Otto e Mezzo, Marco Travaglio difende l'alleanza col Pd e insulta Salvini: "Un somaro che rutta"

Davide Locano
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Tutta la faccia tosta di Marco Travaglio, ospite da Lilli Gruber a Otto e Mezzo in onda su La7. Il direttore del Fatto Quotidiano, house-organ grillino, continua a difendere con ogni mezzo possibile l'inciucio tra M5s e Pd. Parla di "ritardo sorprendente" nell'alleanza, e aggiunge che "se fosse stata fatta un anno e mezzo fa avremmo risparmiato un sacco di guai". Dunque, Travaglio, ora sostiene che i grillini avrebbero dovuto, 18 mesi fa, allearsi col Pd di Matteo Renzi, lo stesso Renzi che Travaglio ha dipinto per mesi come il male assoluto, come il primo nemico. Sorvoliamo. Ma diamo conto anche del fatto che il direttore aggiunge che "elettorati e principi ispiratori sono un po' meno distanti rispetto a quelli che univano M5s e Lega". Insomma, che faccia tosta. Leggi anche: Travaglio, ossessione-Salvini nel giorno del Conte-bis E dopo aver difeso l'inciucio contraddicendo tutto ciò che aveva sempre detto in passato, Travaglio espone una sua peculiare teoria e coglie l'occasione per insultare Matteo Salvini: "Nella seduta ormai storica al Senato del 20 agosto, quando il professor Conte ha dato quella lezione allo scolaro somaro che aveva appena combinato quel patacrac, e da quanto accaduto ieri e oggi in Parlamento, vedo un nuovo bipolarismo profilarsi attorno a due figure, quella di Conte e quella di Salvini - sentenzia Marco Manetta -. Un bipolarismo tutto all'interno del mondo del populismo, un termine orrendo. Conte non è affatto il nuovo Monti, Conte è un populista. Sta cercando però di affermare un populismo possibile, che ottenga risultati, non strillando e urlando in faccia a interlocutori e istituzioni", conclude la sua intemerata.

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