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Matteo Renzi, una mina sotto la poltrona di Conte: "Preoccupato? Dove sarebbe oggi senza di me"

Giulio Bucchi
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La preoccupazione di Giuseppe Conte? È "curiosa". Matteo Renzi "non sarà il Demolition man del governo", come giurato dal premier per esorcizzare la scissione dal Pd, ma di sicuro non è tenero con il presidente del Consiglio. Intervistato dal Messaggero, il leader della neonata Italia Viva ricorda all'avvocato che "se non ci fossimo schierati noi questo governo non sarebbe mai nato e Conte oggi farebbe altro". "Non chiediamo riconoscenza o riconoscimenti ma invitiamo tutti a lavorare - continua Renzi, riecheggiando in maniera inquietante (per Conte) l'atteggiamento già esibito da fresco segretario del Pd con l'allora premier Enrico Letta, poi pugnalato nel giro di qualche settimana -. C'è da evitare l'aumento dell'Iva, da combattere l'evasione, da investire sull'ambiente senza ideologie: parliamo di cose serie, nessuno viva di paure. Questa legislatura arriverà al 2023 e questo governo deve sfruttare la tranquillità dei mercati e dell'Europa".  Leggi anche: "Possiamo fidarci di Renzi?". Conte, lo sfogo con i ministri del Pd Certo, tra qualche mese si aprirà ufficialmente la partita pesante delle nomine. "No, io non sarò al tavolo come non sarò a nessun tavolo politico ai quali parteciperanno invece i nostri coordinatori. Non nutro alcuna rivincita e se ho fatto ciò che ho fatto è per dare una mano al Paese, non per rivendicare uno strapuntino. Io oggi sono a Pechino: continuerò a viaggiare per le mie conferenze", assicura ancora Renzi. "Il partito - spiega - sarà guidato da un uomo e da una donna, i leader provvisori sono Ettore Rosato e quella straordinaria donna che risponde al nome di Teresa Bellanova perché per noi è fondamentale riaffermare la diarchia e la presenza femminile. Le donne sono fondamentali nella società e dobbiamo coinvolgerle di più in politica. Saremo il partito più femminista della storia italiana e saremo d'esempio anche per gli altri partiti: dopo la nostra decisione spero aumenteranno le donne in prima fila. Intanto partiamo noi, gli altri seguiranno. Formalizzati i gruppi, Rosato e Bellanova chiederanno un appuntamento a Conte e agli altri leader: lo faranno loro, non io. Nessuno dovrà subire l'onta di sedersi al tavolo con Renzi, rassicuriamoli". Ma un "contributo" al governo lo vuole dare: "Daremo una mano sulla Legge di Bilancio. Il tutto senza polemiche. La nostra bandiera sarà il Family Act al quale sta lavorando la ministra Bonetti: partire dalla famiglia è la priorità. Siamo in una crisi demografica pazzesca - ha osservato il leader di Italia Viva - doveroso aiutare i figli, i genitori, gli asili nido. Ma sinceramente spero che questa proposta diventi una proposta di tutto il Parlamento, persino dell'opposizione. Elena Bonetti sta lavorando bene, giudicatela sui fatti".

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