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Di Maio allontana l'ipotesi di lasciare il posto di leader M5s: "Il documento dei 70 grillini? Non era per me"

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Caterina Spinelli
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"Questo governo è nato con lo schema dei capi delegazione. Ho favorito questo esecutivo da capo politico, poi sia io che Franceschini abbiamo scelto di fare i ministri. Quindi...". Quindi non se ne parla. Luigi Di Maio ha rinunciato a quasi tutti gli incarichi, ad eccezione della Farnesina, e adesso non intende fare dietrofront sul ruolo di capo politico contestatogli dai suoi grillini. "Tutti i ministri viaggiano in continuazione. E comunque, posso ammettere che in passato questo discorso degli incarichi fosse condivisibile, con quattro incarichi. Ma ora dagli Esteri gioverò anche alle battaglie del Movimento. Il peso politico di un ministro fa la differenza anche in Italia" dice fiero."Stanotte ho sentito alcuni senatori, gente come Matrisciano e Ferrara, mi hanno detto che quel documento non c'entrava nulla con me, che serviva solo a far svolgere un'assemblea sul regolamento del Senato. Poi, certo, sono stato eletto con l'80% dei voti, quindi il 20% non è d'accordo con me". Il riferimento è alle carte presentate e firmate da 70 grillini con la richiesta di sostituire il leader con una segreteria formata da dieci personalità. Il massimo che Di Maio concede - rivela Repubblica - è una segreteria pronta ad affiancare il leader. Di revoca del capo politico o contendibilità della leadership durante i cinque anni del mandato, invece, non ci sarà traccia. Leggi anche: Luigi Di Maio scaricato anche da Grillo: la verità sui loro rapporti "La maggior parte di chi muove critiche lo fa perché c' è solo il capo politico. Ecco, questo non è sostenibile. Non a caso arriveranno i facilitatori e il team del futuro. Poi aggiungo un consiglio: parlare meno dei problemi del Movimento e di più dei problemi della gente" tuona in conclusione.

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