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Mara Carfagna e il documento dei 24 azzurri contro Matteo Salvini: nel mirino la deriva di Forza Italia

Caterina Spinelli
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Che sia un semplice documento anti-salviniano o un vero gruppo parlamentare autonomo, lo si capirà nei prossimi giorni. Al momento l' unica certezza è che in Forza Italia la spaccatura è profonda. Un tot di deputati e senatori azzurri non condivide la linea berlusconiana, la giudica troppo appiattita sulla leadership di Matteo Salvini. Quanti sono i descamisados forzisti? Non è facile contarli. Perché una cosa è firmare un documento di critica e un altro è dire addio a Berlusconi. Con quale prospettiva, poi. Allora la soluzione potrebbe essere una via di mezzo: dare vita a una corrente anti-Salvini, con nome e simbolo, che faccia il controcanto a Silvio quando diventa troppo accondiscendente con gli alleati. I precedenti però sono tutti negativi: chi ha provato a costruire un' opposizione interna, alla fine è stato messo alla porta. In 55 parteciparono alle cena di Mara Carfagna a settembre. Molti di meno, 24, hanno firmato un documento per chiedere al presidente di dare una sterzata alla linea del partito. Otto sono i senatori che hanno preso le distanze dall' astensione sulla Commissione Segre. Sempre troppo pochi per formare gruppi autonomi. Che, oltretutto, al Senato sono vietati. Andare da soli per fare cosa? Carfagna ha già detto che non ha intenzione di allearsi con Renzi. Ci sono contatti frequenti invece con Giovanni Toti. Il partito del governatore della Liguria (Cambiamo!) era nato come alleato centrista della Lega quando Berlusconi e Salvini non si parlavano. Leggi anche: Carfagna: "Che tristezza vedere Silvio Berlusconi consegnare le chiavi del centrodestra a Salvini" Adesso che i due sono pappa e ciccia, Toti sta cercando di dialogare con i protagonisti del dissenso interno in Fi. «Carfagna», ha detto, «è un esponente importante del centrodestra, nei giorni scorsi ha vissuto dei momenti di difficoltà con Fi, ci siamo detti che la nostra metà campo è il centrodestra. Lei è convintamente decisa a rimanere nel centrodestra, le ho ribadito che a me piacerebbe costruire qualcosa che ambisca a tornare a crescere». di Salvatore Dama

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