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Sardine, il leader che combatte lo ius soli apre a CasaPound: "Vi aspettiamo in piazza"

Davide Locano
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Le sardine ora strizzano l'occhio pure a CasaPound. A farlo è Stephen Ogongo, 45 anni, nato in Kenya e in Italia ormai da venticinque. Lui è il punto di riferimento delle sardine a Roma. Ma il suo impegno politico è di vecchia data: nel 2018 diede vita a Cara Italia, un "movimento popolare antirazzista e multiculturale che mette insieme tutti, gli italiani e gli immigrati, che lottano per un'Italia veramente multiculturale, multi-religiosa, libera e dove regnano il rispetto della persona e la dignità umana, la giustizia e il rispetto dei diritti umani di tutti senza nessuna distinzione", scriveva su Facebook. Nei mesi scorsi, mister Ogongo si scontro con Matteo Salvini accusandolo di "istigazione all'odio", questo perché la sardina è un difensore a spada tratta di ius soli e ius culture. Ovvio, insomma, che si scontri con chi, come Salvini, si batte contro la "cittadinanza facile". Leggi anche: Sondaggio-sardina: i pesciolini si mangiano la sinistra E Ogongo, una sorta di Mattia Santori romano, è stato intervistato dal Fatto Quotidiano. Ed è proprio in questo colloquio che è arrivata l'apertura a CasaPound: "Per me, almeno al momento, chiunque vuole scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo", ha chiosato. Un invito un poco azzardato e che in una certa misura conferma la confusione delle sardine, accusate di avere le idee poco chiare: come può CasaPound raccogliere l'appello di uno strenue difensore di quello ius soli che la stessa CasaPound combatte? Ma tant'è. Ogongo va anche più in là. tracciando il futuro dei pesciolini: "A me piacerebbe che le Sardine diventassero un movimento per l'inclusione, per una società multiculturale, come il mio Cara Italia...", premette snocciolando altri punti che, a naso, a CasaPound non piaceranno granché. E dopo la premessa, in puro stile sardinato, la marcia indietro: "Per quanto mi riguarda le Sardine possono anche finire qui. L'importante è aver dimostrato che l'Italia ha gli anticorpi", conclude Ogongo.

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