Cerca
Cerca
+

Toti: "Berlusconi non vuole Casini"

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

Nella kermesse di Cagliari è rimasto defilato. Solo quando il "capo" ne ha citato il nome (precisando "siamo sempre insieme ma non siamo gay"), si è alzato e salutato i presenti con una mano. Ma poi, nella hall di un albergo del capoluogo sardo, mentre Silvio Berlusconi stava riposandosi in camera dopo la prima apparizione pubblica post-condanna, Giovanni Toti si è lasciato andare a qualche considerazione. Con un occhio particolare al "rientro" di Pierferdinando Casini nella coalizione di centrodestra: "Io reputo l'apertura di Casini una cosa importante" dice a Repubblica il delfino-consigliere politico del Cavaliere. "Una cosa sulla quale bisognerà sicuramente lavorare nei prossimi mesi, per quel che mi riguarda. Ma il presidente la pensa diversamente, non è per nulla entusiasta". E il motivo, secondo l'ex direttore di Tg4 e Studio Aperto, è presto detto: "Per lui conta il bipartitismo, più che il bipolarismo. La riforma vera a cui punta e che vorrebbe è quella lì. A lui dei partitini con cui fare patti, per poi magari trovarsi ancora una volta sotto ricatto, non frega nulla. Ha avuto troppe cattive esperienze negli anni trascorsi al governo". Toti esprime riserve anche sulla legge elettorale messa a punto con Renzi e che sarà votata nelle prossime settimane dal Parlamento: "Siamo soddisfatti per l'intesa politica raggiunta con Renzi - spiega - ma per noi l'Italicum potrebbe rivelarsi un disastro, perchè il 37% necessario per aver diritto al premio di maggioranza (anzichè il 35 come chiedevano gli azzurri, ndr) spalanca le porte al ballottaggio e come sostiene il presidente per noi è una mazzata. Ne abbiamo parlato e ragionato anche stanotte fino all'1.30 a Palazzo Grazioli. Ma alternative non ve n'è: votare a maggio col proporzionale venuto fuori dalla sentenza della Consulta non avrebbe proprio senso".

Dai blog