Cerca
Cerca
+

Renzi: "Letta vada avanti, ma cambiamo tutto"

Ignazio Stagno
  • a
  • a
  • a

"Il tempo per fare le riforme è scaduto". Così il segretario del Pd Matteo Renzi intervenendo nel corso dell'attesa Direzione nazionale del partito. "Con molta franchezza, trovo discutibili alcune reazioni di queste ore e giorni per cui, forti di alcuni sondaggi, con l'Italicum vince Berlusconi. Le elezioni si vincono o si perdono se si prendono i voti non se si cambia sistema elettorale". Renzi continua a spingere sull'acceleratore, vuole portare a casa la legge elettorale e poi punta al voto: "Nessuno qui dentro ha mai detto che l'accelerazione sulle riforme è un errore", ha detto Renzi. "Se siamo ad un passo dal pacchetto delle riforme - ha aggiunto -  è perché ha preso un'iniziativa il Pd. Il Pd dà una mano al paese in questo modo".   L'asse Casini-Cav - Poi il segretario parla delle strategie elettorali e avverte il Pd: "Quel che è certo è che se si andasse alle elezioni con l'Italicum e un'alleanza Berlusconi-Bossi-Casini ci battesse il problema saremmo noi. Se dopo 20 la nostra capacità di prendere i voti è tale che basta che Casini vada si là e Bossi stia con Berlusconi per impaurirci, il problema ce l'abbiamo noi". Il segretario del Pd parla di tutto, anche di Fiat e di Marchionne: "Fiat ha fatto una doppia scelta: sede legale ad Amsterdam e sede fiscale a Londra. Mi ha colpito che su questo tema si sia speso molto meno che del rimpasto e delle soglie della legge elettorale". Poi fissa l'agenda: "Giovedì prossimo facciamo la direzione sulla collocazione europea, sul congresso europeo e impostiamo il lavoro per le candidature alle europee del 25 maggio sia sui contenuti", ha aggiunto Renzi. "Il Jobs Act sarà al centro della direzione nazionale del Pd di giovedì 20 febbraio". Sì al rimpasto - Infine ecco un messaggio a Letta: "Il giudizio sul governo, sui ministri spetta innanzitutto al presidente del Consiglio", ha ribadito Renzi. "Se ritiene che le cose vadano bene come stanno andando, che vada avanti. Se ritiene che ci siano dei cambiamenti da apporre, affronti il problema nelle sedi politiche e istituzionali, indichi quali e giochiamo a carte scoperte". Una frase che assomiglia molto a un invito esplicito: fare un rimpasto, subito. "Se ci sono stati problemi" per il governo, ha concluso Renzi "non li ha mai posti il Pd, che non ha mai fatto mancare il suo appoggio in nessun passaggio rilevante. La nostra fiducia è sempre stata costante anche su temi su cui c'erano perplessità". Letta: "Non voglio galleggiare" - Dopo l'intervento di Renzi, prende la parola il premier, Enrico Letta. "Quel che succederà alla Camera la prossima settimana - premette - determinerà il fatto che si possano fare bene le due cose", ha detto riferendosi alla riforma elettorale e indicando il futuro delle riforme e del governo. Quindi una risposta al segretario, che ha più volte chiesto di spingere sull'acceleartore: di fronte ai problemi, ha affermato il premier, "non è possibile galleggiare. Non è possibile pensare di uscire galleggiando, e tutto voglio tranne che questo". Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto: "Il mio impegno c'è tutto c'è la determinazione nel sapere che nel 2014 c'è un'occasione irripetibile, e se ce la facciamo il Pd diventa protagonista della storia nostro paese. Se siamo tutti qui è perché abbiamo l'ambizione di stare nella storia del Paese e ci stiamo se ci stiamo tutti insieme. Noi vinciamo se questa comunità vince. La mia disponibilità a lavorare perchè la comunità vinca, in squadra, c'è ed è totale".  Cuperlo: "Ripartenza o Renzi al governo" - Quindi il significativo intervento di Gianni Cuperlo, ex presidente dell'assemblea del Pd, che spiega senza giri di parole: o c'è una ripartenza dell'esecutivo Letta, o Renzi presenti una sua iniziativa e il Pd ne discuterà. "Abbiamo due strade - afferma -: una vera ripartenza del governo, non rimpasto, ma ripartenza per saldare un accordo programmatico con un nuovo profilo e prestigio del governo. Letta lo vuole fare questo sforzo? Vuole fare questa scommessa ed è in grado di farlo? Lo faccia, si vada avanti ma sulla base di una svolta che veda il Pd compatto". La seconda strada è presto detta: "Non ci sono queste condizioni? Si discuta e si scelga un'alternativa, c'è chi dice 'elezioni', ma sui giornali si parla anche di un'altra ipotesi. Se è così, il segretario del partito faccia una proposta, assuma una iniziativa chiara e se ne discuta e a quel punto troverà una piena responsabilità di tutte le componenti del partito". Per Cuperlo "c'è un legame molto stretto tra l'esito delle riforme e un assetto stabile. Le riforme sono una risposta fondamentale al conflitto con il Paese reale, ma l'altra faccia del problema esiste, ed è la risposta del governo a una frattura in atto nella società. Su questo piano non possiamo fare finta di non capire. La fiducia verso l'esecutivo è a un livello preoccupante, c'è una difficoltà a leggere l'urto della crisi. Io chiedo a questa direzione: reggiamo così? Regge così il Paese?". 

Dai blog