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Grillo, i pm di Torino chiedono 9 mesi di reclusione

A Genova la procura "valuta gli atti" e quella lettera in cui il leader 5 stelle invitava la polizia a disobbedire agli ordini. A Torino i pm lo vogliono dentro...

Ignazio Stagno
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Per ora di formale non c'è nulla. Ma le toghe hanno messo nel mirino Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle. La prima bordata a Beppe arriva dalla procura di Genova. I magistrati liguri infatti  stanno valutando gli atti per decidere se indagare il leader di Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo per  "istigazione di militari a disobbedire alle leggi", articolo 266 Cp. La decisione è stata presa a seguito di un esposto del parlamentare e coordinatore dei giovani del Pd Fausto Raciti, che stigmatizzava una lettera aperta di Grillo indirizzata ai vertici di Polizia, Esercito e Carabinieri a non schierarsi a protezione della classe politica italiana. La lettera ai poliziotti - Raciti ravvisò nella lettera del leader di M5S, appunto, un'istigazione alla disobbedienza e quindi un reato. Lo scritto risale al 10 dicembre scorso e segue le manifestazioni dei Forconi e il clamoroso gesto di alcuni agenti addetti all'ordine pubblico che a Torino, Genova e Milano si sfilarono il casco protettivo. "Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco - scrisse Grillo - si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E' stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari". Quindi, sosteneva: "Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell'ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l'Italia cambierà. In alto i cuori". La lettera era indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Alessandro Pansa, capo della polizia di Stato e Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell'Esercito italiano. Il reato che potrebbe essere contestato prevede una pena che va da un minimo di 2 a un massimo di 5 anni di reclusione. Il caso No-Tav - Ma come se non bastasse la seconda bordata arrivata dalla procura di Torino rischia di mettere Beppe k.o.  I giudici piemontesi hanno chiesto la condanna a 9 mesi del leader 5 Stelle, nell'ambito del processo ai No Tav per la violazione dei sigilli alla baita Clarea, in Valsusa, un presidio che era stato messo sotto sequestro per abuso edilizio. La pena è stata chiesta dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo al processo che vede imputati una ventina di militanti No Tav.  Assedio delle toghe? - Sotto il profilo politico du stangate giudiziarie con alle porte il voto per le europee di certo possono minare la credibilità del leader a Cinque Stelle. Il destino di Beppe comincia ad avere qualche sinistra somiglianza con quello del Cav. Anche Silvio ha sempre guidato la sua carriera politica difendendosi quotidianamente dagli attacchi dei magistrati. Per quell'assedio giudiziario, Berlusconi ha perso il suo posto in Parlamento e richia anche di essere tagliato fuori dalle liste elettorali. Le toghe adesso hanno messo nel mirino Beppe. Il suo consenso probabilmente preoccupa qualcuno che tifa a sinistra...

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