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Alfano a Renzi: "Il governo non sia sbilanciato a sinistra"

Renzi a Palazzo Chigi. Il leader di Ncd parla del possibile appoggio al nuovo esecutivo: "Sì, ma..."

Serena Cirini
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Ultime ore di vita per il governo Letta. Dopo il voto "pro-staffetta" della direzione Pd, il presidente del Consiglio ha deciso di rassegnare le dimissioni, senza nemmeno passare per il voto di sfiducia dell'aula. L'era dell'esecutivo Renzi sta per cominciare e, dopo il primo match giocato al Nazareno, la partita per Matteo si sposta in Parlamento: su quali alleanze potrà contare? Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell'Interno, ha lasciato intendere che il Nuovo centrodestra potrebbe offrire il suo sotegno al nuovo governo. L'ex delfino del Cav, però, ha voluto stabilire alcune condizioni per il suo eventuale appoggio: "Renzi deve fare grandi cose, altrimenti al voto subito. Dovrà esserci un programma equilibrato e non sbilanciato a sinistra". Ecco le condizioni - Alfano, dopo l'esperimento con Enrico Letta, tiene viva la possibilità di stringere nuove allenze col Partito Democratico. Ci sono però alcuni punti programmatici sui quali il leader di Ncd non è disposto a transigere. Quando chiede un programma "non sbilanciato a sinistra" si riferisce ai punti per lui inaccettabili e inseriti nel programma di Renzi. Per primi, lo ius soli per minori nati da genitori residenti in Italia e la nuova disciplina sui diritti delle coppie di fatto. Inoltre, il vicepremier guarda con preoccupazione al mese di marzo, quando il parlamento si troverà a discutere sulla legge che regola il conflitto d'interesse: un provvedimento che Alfano non giudica una priorità e, anzi, reputa come un accanimento nei confronti del vecchio alleato, Silvio Berlusconi. Nel corso della sua conferenza stampa, Angelino non ha mancato di dedicare un pensiero al dimissionario Letta: "L'ho trovato molto tranquillo, anche più di quanto dovrebbe", ha commentato con ironia. Anche Vendola commenta - Dopo le dichiarazioni di Alfano, che apre con riserva a Renzi, arrivano anche le parole di Nichi Vendola. Il leader di Sel - che stando alle indiscrezioni degli ultimi giorni avrebbe potuto appoggiare incondizionatamente il governo Renzi - stigmatizza la manovra del segretario del Pd e commenta: "Ho ascoltato con molta attenzione la relazione breve e veloce di Matteo Renzi con cui ha liquidato, senza alcuna analisi di merito, l'esperienza del governo Letta, in cui ha parlato di un cambiamento che non ha nessuna relazione con le ragioni della crisi sociale che c'è al di fuori del Palazzo. E continuo a ritenere che quello che sta accadendo è una tipica manovra di Palazzo, con un copione anche molto triste dal punto di vista dei rapporti umani". Parole dure quelle di Vendola, che non condivide la scelta di Renzi di voltare le spalle a Letta e di criticare duramente il suo operato. Per il leader di Sel ci sono altre motivazioni dietro a questa scelta di Renzi. "La politica per me è anche la forma, è anche lo stile. Se lo stile e la forma sono così violenti - conclude Vendola - penso che non possa nascere niente di buono. Spero di essere smentito."

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