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Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, botta storica: il Comune "degrillinizzato", un anno fa M5s al 50%

di Giulio Bucchi domenica 17 febbraio 2019

2' di lettura

Se lo conosci lo eviti. Il Movimento 5 Stelle sta dimostrando con i fatti quanto sia difficile mantenere le promesse mirabolanti spese in campagna elettorale e soprattutto governare senza sporcarsi le mani e deludere i propri elettori. Ma c'è un Comune che è diventato in pochi mesi il manifesto del "fallimento esistenziale" di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. A Taranto, la città dell'Ilva, alle politiche del 2018 i 5 Stelle avevano raccolto il 50% dei voti, un plebiscito dovuto alla netta posizione sull'acciaieria, "un mostro da chiudere" come ripeteva da mesi Dibba in piazza ai tarantini entusiasti.  Leggi anche: "Ammazza...". Il sondaggio della Ghisleri dalla Merlino: "70%", M5s seppellito Cos'è successo dopo? Il ridicolo balletto con il predecessore di Di Maio al Mise, Carlo Calenda, le trattative con Arcelor Mittal, la decisione di riprendere a produrre acciaio. Unica conseguenza: l'Ilva è ripartita, ma gli elettori grillini contrari all'acciaio e terrorizzati da una città avvelenata hanno voltato le spalle ai traditori. Come ricorda Repubblica, i grillini in consiglio comunale hanno perso entrambi i loro rappresentanti, Massimo Battista (operaio Ilva e rappresentante del sindacato Liberi e Pensanti) e l'ex candidato sindaco Francesco Nevoli, sconfitto alle urne. Il primo oggi è rimasto da indipendente, il secondo ha mollato e al suo posto subentrerà la terza in lista con più voti, che nel frattempo ha lasciato pure lei il Movimento. La Puglia, su cui Di Maio e Di Battista hanno creato gran parte della loro immagine da duri e puri, potrebbe essere la tomba dei 5 Stelle se è vero che anche Monica Altamura, candidata sindaco di San Giorgio Jonico (pieno territorio Tap) si è ritirata perché "non sapevo più cosa dire ai miei elettori". "Siete morti qui a Taranto, è la vostra fine. Ci avete tradito!", gridavano in piazza i tarantini rabbiosi ai rappresentanti grillini. Una profezia che si sta avverando più velocemente del previsto.

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