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Sondaggi, crisi e voto anticipato: i numeri che umiliano Renzi e Di Maio, Pd e M5s vanno a schiantarsi

di Giulio Bucchi domenica 18 agosto 2019

3' di lettura

Quando le Camere non possono più garantire un governo sorretto da una maggioranza parlamentare, si verifica ciò che è tecnicamente definito «blocco del sistema». La dottrina costituzionale è ampiamente concorde nel ritenere che lo scioglimento anticipato del Parlamento debba essere limitato a questa ipotesi. Costituisce quindi l' ultima ratio: è possibile farvi ricorso solo quando non ci sia un altro modo per uscire dalla crisi. In ultima analisi, per il nostro ordinamento, quella funzionale è l' unica condizione ammissibile, l' unica legittimante, per la chiusura anticipata della legislatura. Il Presidente della Repubblica non può non verificare, quindi, prima di firmare il decreto di scioglimento, la possibilità di soluzioni alternative. Infatti, la Fondazione Openpolis ci ricorda che su diciassette legislature, quelle durate meno di cinque anni sono state otto, quasi la metà, ma che, dal 1948, «l' Italia ha avuto ben 61 governi, ovvero quasi un esecutivo l' anno». Leggi anche: A quanto vola il centrodestra unito. Il più beffardo dei sondaggi: ora si capisce tutto Tre possibilità - In caso di formalizzazione della crisi, quindi, Mattarella verificherà l' esistenza di possibili nuove alleanze politiche. Altrimenti, potrebbe ricorrere ad una personalità nota, al di sopra delle parti, e cercare di formare una maggioranza "del Presidente". Diversi tentativi sono stati fatti in passato, alcuni sono andati a buon fine: Ciampi, Dini, Monti. Oggi questa figura potrebbe essere rappresentata da Mario Draghi. Al di là di quello che prevede la Costituzione, comunque, è interessante capire cosa vorrebbero gli italiani in questa fase. La risposta è nel sondaggio che pubblichiamo qui sopra. La maggior parte degli elettori, il 50%, ritiene che una volta caduto il governo bisognerebbe «fare subito nuove elezioni politiche, per verificare la volontà dei cittadini». Un buon 18%, invece, un italiano su cinque, preferirebbe un governo tecnico, magari guidato da Draghi, «per garantire la stabilità del Paese». Il 14%, infine, crede che la cosa migliore sia continuare la legislatura con una nuova maggioranza politica. I partiti - Particolarmente significativo è poi vedere cosa succede all' interno degli elettorati dei diversi partiti. Nel centrodestra, chi è veramente per andare subito al voto è la base della Meloni, che si vede già al governo insieme alla Lega. È per le urne il prima possibile, infatti, il 73% dei sostenitori di Fratelli d' Italia. Tra chi sta col Carroccio, invece, il dato è appena superiore a quello della media nazionale (55%). E c' è un 20% che addirittura non sa cosa dire. I meno entusiasti di un nuovo voto sono i grillini, tra i quali sceglie questa ipotesi solo il 39%. Unici, insieme al Pd, con il 41%, ad essere sotto il dato medio del campione. Gli elettori democratici, pur di rimandare l' appuntamento elettorale, preferirebbero un governo tecnico, 31%, o una nuova maggioranza politica, 18%. E Forza Italia? Nonostante il partito non viva un momento particolarmente felice, il 56% degli azzurri tifa per lo scioglimento delle Camere. E, nonostante il ricordo di Mario Monti, c' è un 22% che non disdegnerebbe il governo tecnico. di Arnaldo Ferrari Nasi

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