Due sondaggi fanno una prova. La seconda rilevazione dell'Eurocamera sulla base dei sondaggi pubblicati nei vari paesi membri dell'Unione europea lo scorso 25 febbraio certifica la crisi (irreversibile?) dei due principali partiti europeisti di Strasburgo, Popolari e Socialisti, attualmente al governo dell'Unione. Leggi anche: Emma Bonino, il disastro imbarazzante. Parla gli studenti di Europa unita, la umiliano in pubblico Rispetto ai sondaggi del 6 febbraio scorso, il Ppe perde 2 seggi (passando da 217 parlamentari a 181, e non più 183), viaggiando sul 25,7% (-3,3% rispetto al 2014). Il Pse resta a 135 eurodeputati (contro gli attuali 186) e al 19,1% (crollo del 5,7% rispetto alle ultime elezioni europee). Nel dettaglio, pesa anche il calo del Pd italiano, che passa dal 17,3% (15 seggi) a 16,9% (14). Crescono i liberali dell'Alde (da 68 eletti attuali a 75)) e En Marche di Emmanuel Macron (23,5% contro il 22% di febbraio, con 24 seggi). Cala Marine Le Pene, ma nel gruppo Enf (Europa delle Nazioni e delle Libertà) cresce la Lega di Matteo Salvini, che passerebbe da 27 a 28 europarlamentari e dal 32,4 al 33,3%, con 59 eletti (rispetto ai 41 attuali). Giù il gruppo Efdd (Europa delle libertà e della democrazia diretta) e giù al suo interno il Movimento 5 Stelle, dal 25,7% di febbraio al 24,3% attuale (e da 22 a 21 seggi). Stando a questi numeri, a giugno a Strasburgo non ci sarebbe una maggioranza europeista per la prima volta nella storia dell'Unione.