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Matteo Renzi, il nuovo libro scatena il caos nel Pd: nessuno capisce cosa abbia scritto

di Davide Locano domenica 20 gennaio 2019

4' di lettura

L' annuncio ha preso di sorpresa persino i suoi. «Non ne sappiamo nulla», rispondono. Ne aveva parlato come una idea, ma niente di più. Matteo Renzi, invece, come sempre ha bruciato le tappe. «Ho scritto un libro che uscirà a metà febbraio, in una data simbolica», ha scritto nella e-news che ogni settimana manda ai suoi sostenitori. Sarà il decimo libro. Il primo risale al 1999: "Ma le giubbe rosse non uccisero Aldo Moro". L' ultimo, "Avanti", era del luglio 2017, dopo la batosta del referendum costituzionale, dopo le dimissioni da segretario. Leggi anche: Anche Alda D'Eusanio massacra Renzi Come spesso è accaduto con i precedenti, aprirà una nuova fase della sua avventura politica. Non a caso, insieme all' annuncio della pubblicazione, ha fatto sapere che, non appena dato alle stampe, inizierà a girare l' Italia per presentarlo. «Chi vuole ospitare una tappa - meglio se in cittadine medio piccole, vorrei ritornare nell' Italia profonda - può farsi vivo». Il libro sarà lo strumento per voltare pagina. E scriverne una nuova. Che sia dentro o fuori il Pd non è ancora chiaro. Nemmeno a lui. Ma che voglia essere l' inizio di una nuova avventura, appare evidente. Anche perché il libro non esce in un momento qualsiasi: arriverà alla vigilia dell' incoronazione del nuovo segretario del Pd, prevista il 3 marzo con le primarie, e a tre mesi dalle elezioni europee. Due scadenze che hanno a che fare con i due tavoli su cui Renzi sta giocando: il Pd, con l' elezione del nuovo segretario, e l' ipotesi di un nuovo partito. Operazione a cui guardano quei comitati civici che lo scorso week end si sono visti per la prima volta a Roma e che Renzi, sempre nella e-news, loda: «È bello vedere i comitati che si inventano iniziative, valorizzano nuove persone, che fanno rete. Cresce in tutta Italia l' esigenza di un' alternativa politica e culturale. E anche i comitati vanno in questa direzione». L' unica certezza che trapela, rispetto al libro, è che sarà molto diverso dal precedente. Nell' ultimo si faceva un bilancio dei successi e dei risultati ottenuti durante i mille giorni di governo. Nel prossimo, il passato è bandito. Si parla di futuro. Perché «è facile contestare questo governo», ma «è necessario offrire idee alternative». verso il congresso Sul primo tavolo, il Pd, l' operazione è molto ben avviata, come si è visto dai dati del primo week-end di votazioni congressuali nei circoli. Numeri ancora molto parziali (si è votato solo in 5mila circoli), ma indicativi. Secondo Youtrend, che ha elaborato i primi numeri, per ora non c' è un vincitore netto. Nicola Zingaretti è in testa con il 48,8%, ma seguito da Maurizio Martina con il 36,1%. Segue Roberto Giachetti, arrivato al 12,8%. Molto staccati gli altri: Maria Saladino è allo 0,9%, Dario Corallo e Francesco Boccia allo 0,7%. Se questi numeri fossero confermati nelle primarie, il segretario non sarebbe eletto nei gazebo (non avendo raggiunto il 50%), ma in assemblea nazionale. A quel punto, Giachetti sarebbe l' ago della bilancia. O meglio, lui e Martina, ovvero i due candidati su cui il mondo renziano ha messo il cappello. Sul segretario reggente è al lavoro Luca Lotti, fedelissimo di Renzi, che nel passato week-end e nel prossimo ha girato i circoli del Nord e del Sud per portargli voti. E proprio l' ex braccio destro di Renzi vorrebbe creare una lista autonoma di renziani a sostegno di Martina, in vista delle primarie e dell' elezione dei delegati all' assemblea. In questo modo sarà messo nero su bianco il peso dei renziani pro Martina. E sarà più facile poterlo condizionare. il caso rignano Su Giachetti, invece, si è posizionato il mondo dei turbo-renziani. Più cresce, più caleranno gli altri due e si andrà verso un risultato "senza vincitori". L' ex premier ha sempre giurato di non voler partecipare al congresso. E ufficialmente non lo ha fatto. Anche se alcune votazioni sono come i sassolini di Pollicino. Una di queste porta a Rignano sull' Arno, il paese natale di Renzi. Qui Giachetti e Anna Ascani, che corre con lui, hanno avuto un risultato strepitoso, forse il migliore. Hanno conquistato ben l' 83% delle preferenze contro il 10 per cento di Maurizio Martina e il 6% di Nicola Zingaretti. Per il resto Martina è in testa a Bologna, a Padova, a Grosseto. Dovrebbe andare bene in Lombardia. Zingaretti è in vantaggio in tutti i circoli dell' Emilia-Romagna. Ma sempre sotto la soglia del 50%. Ed è in testa in Toscana. Si va verso una corsa a tre. Senza un vincitore netto. di Edda Guerrini

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