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Gregorio De Falco cacciato dal M5s, il senatore Ferrara: "Che fine farà, molto presto". Delirio sul complotto

di Giulio Bucchi domenica 6 gennaio 2019

2' di lettura

Cacciati i senatori De Falco e De Bonis dal M5s, sulla stessa strada altri dissidenti come la Fattori e la Nugnes. Molti se la prendono con Luigi Di Maio e i Probiviri per le "purghe di Capodanno", ma c'è anche chi difende la decisione di far fuori i ribelli scomodi.  Leggi anche: "Cosa ci chiedeva di fare Di Maio". De Falco cacciato si vendica e spiffera tutto Gianluca Ferrara, senatore grillino e autore di un blog per il Fatto quotidiano, si dice "deluso dai comportamenti assunti da alcuni miei colleghi al Senato", e il riferimento è proprio al comandante De Falco e compagnia. "A chi li difende (sovente strumentandoli e invogliandoli) sostenendo che il diritto al dissenso è legittimo, dico che quest'ultimo, nella fattispecie, non c'entra nulla" perché nel loro caso si tratterebbe solo di "dissenso distruttivo". "Purtroppo, diversi presunti dissenzienti sono in realtà solo professionisti del dissenso, vale a dire lo usano per poter far emergere il proprio ego. Ma per fare politica con il M5s serve avere l'umiltà di colui che vuole fare squadra". Dietro il dissenso di un manipolo di grillini, spiega Ferrara, ci sarebbe ovviamente un complotto: "Loro hanno spezzato il pane con quei giornalisti avidi e bramosi di seminare zizzania per dividere e ripristinare lo status quo. I compagni che dissentono avrebbero dovuto sapere che abbiamo tutti contro. Tutti i poteri forti: mafie, massonerie, finanza internazionale, mass media mainstream. Tutte forze che si sono coalizzate per scalzare questo governo". Insomma, cari dissidenti, occorre mandar giù il boccone, votare come impone Di Maio e tacere. Anzi, ringraziare: "Troppo comodo aver accettato di firmare un contratto ma poi pubblicamente criticarne degli articoli sgraditi. Non si può avere la tracotanza di far contenti tutti. Politica è non voler imporre la dittatura della minoranza ma avere una visione d'insieme". Chi non ne è capace, è l'anatema del senatore Ferrara, "chi preferisce essere un professionista del dissenso, chi preferisce fare la scelta più comoda è destinato, dopo 5 minuti di notorietà, a finire nell'oblio".

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