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Papa Francesco imita Luigi Di Maio: no a Matteo Salvini. Ecco perché il leghista si affida alla Madonna

di Cristina Agostini domenica 19 maggio 2019

3' di lettura

Gli anti salviniani hanno infine individuato il loro leader naturale: in mancanza di meglio si affidano a Papa Francesco. E lui li ricambia con il suo presenzialismo sempre più politico, ingombrante, volitivo e dialettico nei confronti del ministro più amato dagli italiani e più detestato da chi ci vorrebbe sostituire con un popolo nuovo di derelitti in cerca di un benessere che qui non c'è più. Ma la saldatura perfetta, adesso, non è soltanto tra il Vaticano di Bergoglio e il partito immaginario dei sinistri immigrazionisti a tutti i costi: la novità è che il vescovo di Roma ha idealmente trovato nei Cinquestelle di Luigi Di Maio il MoVimento dei nuovi diseredati seduti al posto giusto, negli scranni del potere nazionale dal quale muovere l' assalto a Matteo Salvini e all' Italia sovranista. Leggi anche: "Che mi scrivono via sms suore, vescovi e cardinali sui migranti". Salvini sconfessa Papa Francesco Luigi il francescano - Dopo un lungo periodo d' indifferenza reciproca, giorni fa, di punto in bianco, Di Maio s' è votato al francescanesimo di rito argentino. L' ha fatto approfittando della farlocca recrudescenza di focolai neofascisti: non appena un manipolo di forzanovisti ha beceramente attaccato il Papa in via della Conciliazione, issando per pochi istanti uno striscione con su scritto "Bergoglio come Badoglio", il capo pentastellato si è voluttuosamente gettato nell' onda di generale indignazione: «Non c' è limite alla vergogna». E poi giù con la blandizie non richiesta: «Questo pontefice sta portando avanti una rivoluzione culturale e sociale incredibile, restituendo speranza non solo all' Italia, ma al mondo intero». Dietro il servo encomio c' è la più prosaica vicenda politica del presente. Nel momento di massima crisi nei rapporti con l' alleato leghista, che cosa c' è di meglio d' un Bergoglio in prima fila per sabotare e denunciare l' operato di Salvini? Dal rifiuto d' incontrarlo anche solo in privato fino alle più recenti gesta dell' Elemosiniere vaticano che s' è intruppato con gli abusivi romani di Action nello stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme, passando per la dedica delle meditazioni sulla via crucis ai migranti e l' ospitalità concessa alla famiglia rom aggredita dai cittadini di Casal Bruciato: gesti, movenze, parole e silenzi papali tradiscono una strategia precisa che si riflette nella vocazione di Francesco. Sarà lui, che non conosce patrie perché rivendica con orgoglio di venire «dalla fine del mondo», il manifesto vivente dell' antisalvinismo di ritorno? A Di Maio e ai suoi piacerebbe, così come a tutti coloro che nel Vaticano vedono più case che chiese, meglio se da occupare abusivamente. Le divisioni di Bergoglio - Non sappiamo se Salvini abbia fiutato la trappola a sfondo religioso o se sia anch' egli parte di un gioco più grande di lui. Ma deve essersi posto la stessa domanda che attraversò la mente Stalin all' indomani della Seconda guerra mondiale: «Il papa? Quante divisioni ha?». E così ieri, a Milano, ha deciso di affidarsi «al cuore immacolato di Mari» e «ai sei patroni di questa Europa: a San Benedetto da Norcia, a Santa Brigida di Svezia, a Santa Caterina da Siena, ai Santi Cirillo e Metodio, a Santa Teresa Benedetta della Croce». Ognuno ha i santini che si merita, ovviamente. Tutto sta a indovinare l' esito finale della guerriglia politica a sfondo religioso in atto; esito che in Italia di regola è il melodramma: scherzate con i santi ma almeno lasciate stare i fanti. Non va dimenticato poi che il MoVimento Cinque stelle è stato fondato il 4 ottobre (2009), giorno in cui si festeggia San Francesco, perché «molto umilmente vede un riferimento ideale verso la figura del patrono d' Italia» (secondo le ricorrenti parole di Beppe Grillo). Oggi Luigi Di Maio ha scelto l' altro Francesco, il legittimo patrono dei senza patria. O meglio: da lui potrebbe essere prescelto come l' ennesimo apostolo di un' eresia né conventuale né spirituale: paracula. di Alessandro Giuli

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