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Enzo Moavero Milanesi e quella nomina chiave in Libia: che cosa c'è dietro

di Matteo Legnani domenica 30 dicembre 2018

1' di lettura

Erano i giorni "caldissimi" della trattativa sulla manovra tra governo italiano e Commissione Europea. Coi Conte, Di Maio e Salvini alle prese con Bruxelles. E' in quei giorni che viene perfezionata una nomina che era attesa da tre mesi e che è fondamentale per la politica estera italiana e in particolare le per le tematiche relative al petrolio, all'immigrazione e al terrorismo. Enzo Moavero Milanesi, titolare della Farnesina, sceglie Giuseppe Maria Buccino Grimaldi come nuovo ambasciatore italiano a Tripoli, dove un nostro rappresentante ufficiale mancava dal 10 agosto scorso, con il richiamo a Roma di Giuseppe Perrone, inviso a Khalifa Haftar e al parlamento di Bengasi. Passano le settimane, da quel 10 agosto e, complice la conferenza di Palermo, Haftar torna sui suoi passe e dice addirittura che Perrone sarebbe persona più gradita. Ma ecco che, come riporta ilgiornale.it, quando un suo ritorno sembra ormai cosa scontata, proprio nei giorni in cui Matteo Salvini è in visita ufficiale in Israele, Moavero Milanesi lo dirotta a Teheran e a Tripoli manda un suo fedelissimo, Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, appunto. Secondo ilgiornale.it, dietro la nomina ci sarebbero anche le ambizioni di Moavero per un posto da commissario Ue, in un ruolo legato alla sicurezza o agli affari esteri dell'Europa: e cosa di meglio nel curriculum, che presentarsi per quel posto a Bruxelles avendo un proprio "fidatissimo" in un teatro tanto delicato e pericoloso per l'Europa, come quello libico. Leggi anche: Il piano (con Sergio Mattarella) per mandare Enzo Moavero alla Ue

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