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Matteo Salvini, orgoglio italiano: "Non siamo più zerbini. Porti chiusi anche alle navi che portano cibo tarocco"

di Davide Locano domenica 17 giugno 2018

2' di lettura

Un Matteo Salvini che batte, fortissimo, sul tasto dell'orgoglio nazionale. "La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini", tuona il ministro dell'Interno in un colloquio al Corriere della Sera. Si parla, ovviamente, degli avvenimenti dell'ultima settimana, della vicenda Aquarius, dei porti chiusi e del pungo di ferro adottato dall'Italia contro le Ong e gli sbarchi. Ma Salvini annuncia di voler raddoppiare: "Dopo le navi delle ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano. Io sono assolutamente a fianco della Coldiretti". Il ministro, infatti, ricorda come "il Ceta, tanto per cominciare, legittima l'italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai parmesan e alle mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio". La sfida, dunque, sta per spostarsi anche a queste navi. Sempre in difesa dell'Italia. Dunque, il colloquio si fa politico. Gli si chiede conto di Giuseppe Conte, il premier che molti descrivono come isolato, come residuale rispetto alla sua figura e a quella di Luigi Di Maio. "Ho sentito il presidente Conte e non mi pare affatto che si senta isolato - risponde Salvini -. Semplicemente, stiamo conquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto...". E ancora: "Prima ci usavano, neppure c’era bisogno di parlarci, con l’Italia: ci davano per scontati. Ora, che la musica sia un po’ cambiata lo hanno capito tutti. Tranne l’ong tedesca che si permette di dare del fascista al vicepremier italiano. Pazzesco...". Leggi anche: L'Espresso lo insulta? La lezione di Salvini: ai compagni risponde così Il vicepremier leghista, inoltre, parla anche delle prossime mosse in politica estera sul tema dell'immigrazione. Ricorda dunque che "stiamo preparando la prima missione di alto livello in Libia e in prospettiva saremo anche in Tunisia e in Egitto". Salvini conferma che l'idea è quella di creare degli "hotspot civili nel Nord Africa, grazie ad accordi di alto livello che includano lo sviluppo di quei paesi e delle loro infrastrutture. Oltre che ai mezzi di contrasto alla criminalità che specula sulle vite di chi cerca di attraversare il Mediterraneo", conclude Salvini.

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