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Massimo D'Alema vuole un governissimo con Pd e Forza Italia dopo aver fatto fuori Matteo Renzi

di Andrea Tempestini domenica 14 gennaio 2018

2' di lettura

La Cosa rossa s'interroga e si divide: con chi candidarsi? In Liberi e uguali, il candidato premier Pietro Grasso e Pierluigi Bersani hanno pochi dubbi e lo hanno anche lasciato intendere, piuttosto chiaramente: la prima opzione è il Movimento 5 Stelle. Curioso, soprattutto per Bersani: ancora quei grillini che lo umiliarono nel corso delle consultazioni del 2013, quando era segretario del Pd e ottenne un mandato esplorativo da Giorgio Napolitano. Leggi anche: D'Alema, l'imperatore: "Lui con noi non si candida" Peccato però che contro i due leader si schieri Laura Boldrini, contrarissima all'intesa coi grillini, 'rei' di averla più volte attaccata: dagli sferzanti post sul blog di Beppe Grillo e fino alle recenti dichiarazioni di Luigi Di Maio. "Per quanto mi riguarda - ha affermato la presidenta a Otto e mezzo - non ci sono punti di congiunzione tra LeU, forza di sinistra, e l'M5s". E ancora: "Di Maio ha ragione, lui non vuole fare un governo con me e io non voglio farlo con lui". Peccato che Grasso, poco prima, avesse dichiarato: "Noi saremo una formazione di governo responsabile e non chiudiamo le porte in faccia a nessuno, tantomeno ai 5 Stelle". Insomma, come sempre accade a sinistra, la confusione regna sovrana. Nella Cosina rossa è un sostanziale tutti contro tutti, e tutti appaiono pronti a tutto. Chi la spunterà, alla fine? Forse Massimo D'Alema, l'eminenza grigia, l'uomo che più di tutti odia (politicamente) Matteo Renzi. Già, perché Baffino - l'uomo della Bicamerale - ha un piano differente rispetto a quello di tutti gli altri: lui vuole il potere, vuole un "governissimo". Con chi? Presto detto: con Forza Italia e Pd, in una versione allargata e ancor più sinistra delle larghe intese. Un governissimo da varare soltanto dopo aver fatto fuori Renzi con il risultato delle elezioni: un Pd intorno al 22-23% e costretto ad una nuova alleanza con Berlusconi non potrebbe che allontanare il segretario dal suo ruolo. Con sommo godimento di D'Alema, pronto a inserirsi nella partita governativa (o, almeno, così spera).

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