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Berlusconi e i dubbi sulla pena da scontare

di Ignazio Stagno domenica 6 aprile 2014

2' di lettura

Silvio Berlusconi attende il verdetto sulla sua pena da scontare previsto per il prossimo 10 aprile. C'è alta tensione nell'inner circle del Cav per la decisione dei magistrati. A conti fatti questa è l'ultima settimana da uomo libero dell'ex premier. L’udienza davanti al Tribunale milanese di sorveglianza è fissata il 10 aprile, però i giudici avranno tempo fino al 15 per stabilire in che modo l’ex-premier sconterà la sua pena. Un minuto esatto dopo la decisione, il leader del centrodestra verrà sottoposto a vincoli e restrizioni della sua libertà personale. Il punto da chiarire è tra domiciliari e servizi sociali. Le ipotesi sul campo sono due. La prima: Berlusconi trascorrerà il prossimo anno relegato in casa (carcere a domicilio in ragione dell’età). La seconda: l'ex premier potrà cavarsela con 10 mesi e 15 giorni di affidamento ai servizi sociali. E tra i due tipi di trattamento c'è una differenza non di poco conto.  I fedelissimi del Cav, come racconta la Stampa, preferirebbero di gran lunga la seconda. Ipotesi Unitalsi - I servizi sociali infatti garantirebbero a Berlusconi un’ampia agibilità politica. Su questo versante in pole position, come racconta La Stampa pare ci sia l’Unitalsi, opera benefica che organizza i viaggi dei malati a Lourdes. Ma a quanto pare Berlusconi non gradirebbe questa soluzione. Secondo Berlusconi i servizi sociali sarebbero mille volte più devastanti per la sua immagine. In quanto, diversamente dai domiciliari, richiederebbe l’adesione a concetti come pentimento e recupero alla società. Una scelta definita "umiliante" dallo stesso Berlusconi. "Come si può imporre una umiliazione del genere a chi è stato imprenditore, ha dato lavoro a 50 mila famiglie, ha fondato la tivù libera in Italia, per quattro volte è stato premier, ha rappresentato l’Italia in tutti i consessi, ha parlato addirittura davanti al Congresso degli Stati Uniti?" avrebbe detto il Cav, secondo quanto riporta La Stampa.  I timori di Silvio - Il ragionamento che  avrebbe fatto Silvio è questo:il Berlusconi che le toghe vorrebbero rieducare è lo stesso che viene considerato dal Pd (partito di governo) come il più importante interlocutore delle riforme per rifondare il Paese. Insomma Berlusconi vorrebbe comunque avere l'onore delle armi che spetta ad un grande leader. Le restrizioni - Le restrizioni in caso di affidamento ai servizi sociali sarebbero comunque importanti. Una volta "affidato", l'ex premier dovrà tenersi in contatto con l'Uepe di Milano, l'Ufficio esecuzione penale esterna che lo seguirà "nell'opera di adattamento sociale" si legge nelle prescrizioni che Berlusconi dovrà sottoscrivere e che dovrà portare sempre con sè. Ammesse uscite dal territorio stabilito e violazioni degli orari per "motivi di lavoro o di salute o familiari" o per partecipare a processi ma solo dopo l'autorizzazione dell'Uepe. In caso di violazioni l'affidamento può essere sospeso o revocato. Insomma condizioni troppo severe per un ex premier. Dalla decisione dei magistrati che arriverà al più tardi entro il 15 aprile passa il futuro delle riforme, di Berlusconi ma anche di Renzi...

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