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Legge elettorale, cosa succede dopo la Consulta

di Matteo Legnani domenica 19 gennaio 2014

2' di lettura

Ora ci sono anche le motivazioni, della sentenza con cui la Corte costituzionale ha giudicato incostituzionale il Porcellum. E, vista la scadenza fissata al 27 gennaio per l'inizio della discussione della nuova legge elettorale in Parlamento, il tempo stringe. In teoria, se si andasse al voto senza riformare il sistema elettorale, resterebbe in vigore un proporzionale puro, senza premio di maggioranza e ma con la preferenza al posto delle liste bloccate. Un sistema che però non accontenta nessuno: il giorno dopo del voto non sarebbe possibile identificare un vincitore, con il rischio di nuove larghe intese. Per questo il punto che mette d’accordo le forze parlamentari resta l’esigenza di modificare la normativa. Ma verso quale modello? Secondo renziani e berlusconiani le motivazioni della Consulta spingerebbero in direzione del sistema iberico. Ne sarebbero prova le motivazioni della sentenza, che ammettono preferenze e listini fissi con pochi candidati proposti all’elettore. Sul doppio turno di coalizione convergerebbero Ncd e anche i governativi del Pd. Per Gaetano Quagliarello sarebbe questa l’unico sistema possibile, date le condizioni dettate dalla Consulta. Il motivo? Sia il Mattarellum che il sistema spagnolo, nella formula renziana, prevedono un premio di maggioranza ulteriore del 15% "che renderebbe ipermaggioritari sistemi già maggioritari". E la Corte ha invece confermato tra le sue prescrizioni proprio la ragionevolezza del premio. Intervistato dal Corriere della Sera, sulla questione è intervenuto anche Luciano Violante, secondo cui "né con il Mattarellum né con lo spagnolo c’è la possibilità di ottenere maggioranze stabili di governo", considerato il sistema tripolare. Resterebbe poi un aspetto tecnico: "Se si adottasse il Mattarellum le circoscrizioni attuali sono illegittime perché non sono state più aggiornate dopo ben tre censimenti della popolazione. Devono essere aggiornate per legge all’ultimo censimento. Con lo spagnolo bisogna rifare tutti i collegi ritagliandoli molto piccoli. Secondo me resta veramente praticabile solo la proposta del cosiddetto sindaco d’Italia".

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