Accantonato per un giorno il dossier partito e liste, Silvio Berlusconi torna a vestire i panni del politico internazionale e lo fa in difesa dell’amico Putin. L’ex premier, viene spiegato, non ha condiviso la linea assunta dai leader all’Aja. E dopo lunga riflessione, ha deciso di dire pubblicamente la sua. Una decisione "avventata" nonchè "anacronistica" e "controproducente", stigmatizza il Cavaliere. Isolando la Russia, è il ragionamento, si commette un errore madornale. Secondo fonti azzurre, l’ex premier avrebbe sentito al telefono Putin, preannunciandogli la sua presa di posizione. E, secondo le stesse fonti, Berlusconi si sarebbe anche offerto di 'mediarè se necessario. Ma a Roma lo attendono nuovi problemi nel partito: all’indomani della dura nota e delle tanto attese nomine, dentro Forza Italia il clima è incandescente. Il rischio, riflette più di un big azzurro, è che si apra una guerra tra bande. Oggi, del resto, è il giorno dei sospetti e dei veleni, con gli esclusi dall’Ufficio di presidenza che prendono di mira i 'salvatì, e i semplici 'invitatì a partecipare che guardano in cagnesco i membri effettivi. E il primo a non fidarsi è proprio Silvio Berlusconi, sempre più convinto che in realtà vecchia guardia e alcuni nuovi arrivi mirino solo a spartirsi un’eredità, la sua. Mi vedono già con le pantofole sul divano, mi danno già per morto, ha confidato ai fedelissimi. Ma io sono vivo e vegeto, ripete l’ex premier ai suoi interlocutori e lo scandisce anche all’arrivo a Roma: "sono in campo ancora con tanta voglia di combattere". Chiarissimo sul cerchio magico: "Qui di magico ci sono solo io". I nomi - E seppur senza strappi nè messe al bando, il leader azzurro ha intenzione di andare dritto per la sua strada, verso quel rinnovamento preannunciato nella nota di ieri e sul quale Berlusconi punta per 'competerè con il giovane rottamatore del Pd. Una linea che sarà illustrata al partito giovedì nella riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato e, molto probabilmente, venerdì nella prima riunione dell’ufficio di presidenza, che dovrà chiudere il cerchio anche sulle liste per le europee. "Nessuna decisione è stata ancora presa", spiega in serata Giovanni Toti. Ma Berlusconi, viene riferito, è deciso a non tornare sui suoi passi e difficilmente Cosentino, Scajola ma anche Fitto avranno la possibilità di correre per uno scranno a Bruxelles. Proprio l’ex governatore pugliese oggi si è giocata una carta a sorpresa, annunciando la disponibilità a dimettersi dal parlamento italiano. Toti non chiude ("potrebbe essere una strada"), ma l’ex premier è consapevole che creare il precedente con Fitto aprirebbe nuovi fronti. D’altra parte, per Berlusconi, viene spiegato, le nomine nel 'parlamentinò e le candidature alle europee sono solo la foglia di fico dietro cui si nascondono le ambizioni di taluni nel partito, in attesa del 10 aprile - è l’amara riflessione - per farmi il funerale. Nel partito, però, la 'bottà non è stata certo assorbita. E cresce il timore della vecchia guardia di vedersi definitivamente messa da parte per far spazio a degli "meriti sconosciuti", lamenta un big. Alcuni forzisti della prima ora sono pronti a vendere cara la pelle e torna a farsi largo l’ipotesi di dar vita a liste territoriali in varie regioni. Ci stanno pensando, viene spiegato, i campani, ma anche in Sicilia l’ipotesi non viene scartata a priori. E anche nel nord, ad esempio in Liguria, c'è già - non Scajola per il momento - chi è pronto a rimboccarsi le maniche. In serata, diversi parlamentari si vedranno in cene separate e rigorosamente private per valutare il da farsi. Berlusconi vorrebbe evitare nuove divisioni e spaccature, con il rischio che sfocino in nuove scissioni. Ma, viene spiegato, alcune 'perditè le avrebeb anche messe in conto: nessuno ha capito che Forza Italia senza di me, è il ragionamento, non esisterebbe nemmeno. Vogliono andarsene? Prego, avrebbe confidato a un fedelissimo.