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Cortona, i radicali cacciati dalla festa Pd:"Volete salvare Berlusconi!"

A Cortona la festa dem finisce male. Un gruppo di piddini caccia via i radicali che raccoglievano le firme per i referendum sulla giustizia... e Civati non interviene
di Ignazio Stagno domenica 8 settembre 2013

2' di lettura

La cacciata dal Tempio. I democratici di Cortona non vogliono tra i piedi i radicali, soprattutto se raccolgono firme per i referendum sulla giustizia. La firma di Silvio Berlusconi sui quesiti referendari promossi da Marco Pannella non è andata giù ad una parte del Pd. Così quattro militanti radicali, che avevano regolarmente chiesto il permesso, hanno dovuto smontare il banchetto in fretta e furia che avevano allestito alla festa Pd di Cortona. "Salvano Silvio, cacciateli!" - "Eravamo arrivati da pochi minuti quando il segretario del Partito democratico cortonese si è avvicinato intimandoci con toni accesi di andarcene immediatamente. Ci ripetevano: State salvando Berlusconi, qui non c'è posto per voi", racconta Giusi Niddi, una dei quattro attivisti radicali dell'associazione LiberAperta che erano arrivati appositamente da Arezzo per allestire la raccolta delle firme non soltanto per le dodici proposte dei Radicali. Insomma una vera e propria azione da "squadristi democratici". Civati non fa nulla -  La cacciata dal party Pd è stata addirittura rivendicata da Andrea Bernardini, portavoce dei dem di Cortona: "Ho agito in questo modo perché molti militanti presenti alla festa sono venuti a lamentarsi chiedendo come mai avessimo dato l'autorizzazione ai radicali proprio nel giorno successivo alla firma di Berlusconi accanto a Pannella". Infine, delusi, i militanti radicali hanno chiesto aiuto a Pippo Civati, ma "lui non ha fatto nulla... non voleva entrare nella bagarre". Polemiche a Umbertide - A pochi chilometri da Cortona, ma già in provincia di Perugia, si è scatenata un'altra polemica questa volta tutta interna al Pd. Alla Festa democratica di Umbertide i renziani hanno denunciato di essere stati esclusi da organizzazione, dibattiti e, più in generale, vita del partito. Marco Vinicio Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia, è durissimo: "Alla festa del Pd in Umbria di Umbertide, la più importante della regione, che tra l'altro continua a chiamarsi ancora Festa dell'Unità - sottolinea - ai dibattiti non sono stato invitato né io né altri amministratori locali, soltanto perché siamo vicini alle posizioni di Renzi". "Sono stati sì invitati esponenti renziani, ma provenienti da altre parti d'Italia - continua Guasticchi - e a noi è stato detto semplicemente che possiamo partecipare alla Festa visto che si svolge in un parco pubblico. Francamente è un comportamento vergognoso, che tra l'altro si ripete nella vita del partito di tutti i giorni". "Il programma è opinabile e contestabile, ma bisogna ricordare e sottolineare che sono stati invitati esponenti di molte anime del Pd nazionale: i renziani, ad esempio, sono stati autorevolmente   rappresentati dall'onorevole Angelo Rughetti, esponente politico vicinissimo al sindaco di Firenze - precisa in una nota il Pd di Umbertide -. Se poi qualcuno si ritiene l'unico rappresentante di una certa area è un altro problema: ci sarà modo ed occasione, nell’imminente congresso, di confrontarci e confrontarsi  sul futuro e sulle scelte del Partito Democratico". Come dire: lo scontro è solo rinviato. (I.S.)

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