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Il Commissario Ue: l'Italia come la Romania e la Bulgaria

Il Commissario all'Energia dello stesso partito della Merkel attacca l'Italia: è ingovernabile
di Lucia Esposito venerdì 31 maggio 2013

2' di lettura

E' il giorno del giudizio dell'Europa. Oggi, mercoledì 29 maggio la  Commissione europea proporrà l’uscita dell’Italia dalla procedura per  deficit eccessivo, avviata nell’ottobre del 2009, quando il rapporto  disavanzo/pil era al 5,3%. Per il 2012, secondo le previsioni di   primavera pubblicate all’inizio del mese, l’esecutivo Ue stima un   rapporto deficit/pil del 3%, mentre per il 2013 del 2,9%. La Commissione pubblicherà le valutazione su una valutazione dettagliata della situazione economica  di bilancio e occupazionale in ciascuno Stato   membro e su programmi di riforme e stabilità presentati.  Europa buonista Ma proprio nel giorno in cui l'Italia dovrebbe uscire dal "cono d'ombra" arriva la mazzata dei dati Ocse e poi una bastonata del  commissario europeo all'Energia all’Energia Guenther Oettinger, in un discorso pronunciato martedì 28 maggio a Bruxelles e citato  dal quotidiano tedesco "Bild" lancia un siluro enorme contro l'Italia: "Mi preoccupa - ha detto - che alcuni  Paesi siano essenzialmente poco governabili: Bulgaria, Romania, Italia. Nel discorso davanti alla camera di commercio  tedesco-belga-lussemburghese a Bruxelles, Oettinger ha detto di essere  anche "preoccupato perché molti in Europa credono ancora che tutto   andrà bene". Il commissario ne ha anche per la Francia, che, secondo lui, "è completamente impreparata a fare quello che serve" per   rimettere in moto la sua economia. Per Oettinger, che viene dalle file della Cdu (il partito della Merkel)   l’Europa invece di lottare contro la crisi economica e del debito, celebra "il buonismo" e si comporta nei confronti del resto del mondo come una maestrina, quasi un "istituto di rieducazione".   Gli altri stati-membri - Duri i giudizi di Oettinger anche su altri Stati membri: in Gran Bretagna il premier David Cameron governa con "gli incredibili peones del suo Tea Party inglese" mentre la Francia appare un Paese "per nulla preparato a ciò che è necessario", poiché Parigi ha bisogno di un piano di riforme come quello dell’Agenda 2010 attuato in Germania nel 2003 da Gerhard Schroeder.   Il commissario non risparmia nemmeno il suo Paese, quando afferma che "la Germania si trova al massimo della sua potenza economica, ma non potrà diventare ancora più forte", poichè Berlino pone politicamente all’ordine del giorno false priorità come "le quote rosa, il salario minimo ed il suo no al fracking". In questo modo si rischia di perdere "una parte di ciò che si è ottenuto negli ultimi anni in fatto di competitività.

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