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"Possono farmi di tutto,ma io resterò sempre Berlusconi"

di Matteo Legnani domenica 25 agosto 2013

3' di lettura

"Io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?" Inizia così l'intervista che, in questi giorni di esilio agostano ad Arcore, Silvio Berlusconi ha concesso al mensile "Tempi". L'intervista sarà in edicola il prossimo 5 settembre, pochi giorni prima dell'ormai "famoso" voto della Giunta per le elezioni sulla decadenza del Cavaliere da senatore. Ma noi siamo in grado di anticiaparne il contenuto. "Sarò sempre Berlusconi" - "Possono farmi tutto, ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finché questi cittadini liberamente lo vorranno. I miei figli mi hanno emozionato e commosso per il loro coraggio e per l’intelligenza di cui il loro amore verso di me è nutrito. Quanto a mia figlia Marina, è stata una leonessa nelle sue uscite pubbliche di questi mesi. Il suo valore di persona, di imprenditrice, di donna, di cittadina, è sotto gli occhi di tutti. Le ho dato alcuni consigli, con amore e credo con lungimiranza e sono assolutamente sicuro che non scenderà in campo al mio posto". La guerra dei vent'anni - Per il Cavaliere, "quello che stiamo vivendo oggi, è l’epilogo di quella guerra dei vent’anni che i magistrati di sinistra hanno condotto contro di me, considerato l’ostacolo da eliminare per garantire alla sinistra la presa definitiva del potere. Inoltre, sono stati aggrediti alcuni princìpi di fondo che tutti dovrebbero avere a cuore, a partire dai nostri avversari politici, se fossero davvero democratici: il rispetto dei milioni di elettori che hanno votato per me e che non possono subire una simile discriminazione, il diritto alla piena rappresentanza istituzionale del primo partito italiano, il fondamentale diritto di scelta dei cittadini rispetto al Parlamento e quindi rispetto al Governo". Non è un complotto, ma... - A chi vede una coincidenza tra quanto accaduto vent'anni fa con Mani pulite e i fatti degli ultimi mesi (spread, speculazione internazionale, processi al leader della forza di governo), Berlusconi replica di non credere nei complotti. "Però il rischio è che la situazione di debolezza in cui l'Italia è stata precipitata possa agevolare altri paesi nel venire da noi con il carrello del supermercato per fare la spesa a prezzi da saldi di fine stagione. Nel ’92-’93, per tanti versi, si aprì una fase di questo tipo contro l’Italia: politica debole, partiti democratici messi alla gogna, Italia fragile, e in un colpo solo perdemmo, a prezzi da saldo, pezzi di chimica, di meccanica, di agroalimentare e di grande distribuzione. Non vorrei che, oggi, qualcuno pensasse di fare shopping da noi con un sacchetto di monetine in mano…". Ultimatum al governo - Berlusconi non dà per spacciato il governo, nonostante la sua "delicata" situazione personale. Ma la sua sopravvivenza è legata al rispetto degli impegni presi con gli italiani su un "alleggerimento fiscale. Siamo un Paese in cui la domanda interna, i consumi interni, sono in forte calo. Occorre uno choc economico positivo, e tutti sanno che la strada maestra è quella di lasciare più soldi nelle mani delle famiglie, delle imprese, e dei lavoratori attraverso consistenti riduzioni fiscali. Ecco perché l’abolizione dell’Imu su prima casa e agricoltura (abolizione che, lo ricordo ancora, vale appena un duecentesimo della spesa pubblica italiana) è un primo passo decisivo per ridare slancio all’economia. O nei prossimi 50 giorni il Governo è in grado di dare una scossa in positivo che possa essere percepita da tutti gli italiani, oppure saremo ancora inchiodati a una tendenza recessiva. E non si potrà certo esultare per qualche eventuale “zero virgola” in più. O l’Italia riprende a correre, oppure rischiamo di pagare un prezzo altissimo alla crisi".  

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