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Berlusconi, nel Pd è terrore: "Se lo condannano scoppiamo noi"

A Largo del Nazareno sono appesi al verdetto della Cassazione. Rissa tra malpancisti ("Saltiamo come un birillo") e governisti ("Come facciamo a staccare noi la spina a Letta?"
di Giulio Bucchi mercoledì 31 luglio 2013

Enrico Letta

2' di lettura

A Largo del Nazareno non tiferanno per l'assoluzione, ma sotto sotto almeno un "Forza rinvio" sarà scappato, in queste ore. Alla vigilia della sentenza della Cassazione che potrebbe far fuori per 5 anni dalla politica Silvio Berlusocni, il Pd è una polveriera. Non c'è nemmeno il tempo per gustare la possibile "l'esecuzione per sentenza" dell'eterno nemico, perché le preoccupazioni sono superiori alle soddisfazioni. Innanzitutto, la tenuta del governo Letta. Matteo Orfini e Luigi Zanda mettono in guardia il Pdl: se ci saranno tentazioni eversive, "iper-reazioni", "la maggioranza è finita e il governo va a casa", per usare le parole di Orfini. Niente Aventino, per dirla chiara e tonda. Il problema di Letta, però, è che non tutto dipende dal verdetto della Cassazione o dai falchi del centrodestra, anzi. Il problema è tutto democratico. "Il Pd salta come un birillo, non reggerà l'urto e sarà la fine di tutto", aveva commentato un apocalittico Ugo Sposetti al Quotidiano nazionale, a proposito dell'eventuale condanna del Cav. Come poter governare fianco a fianco con un condannato in terzo grado, si chiedono in tanti nel Partito democratico. Per una volta, però, forse non ha tutti i torti il vicedirettore del Fatto quotidiano Marco Travaglio quando ripete che in fondo la situazione giudiziaria del leader del Pdl è nota e stranota da anni. I malpancisti Pd - Allora, la questione è più maliziosa e riguarda l'ipocrisia del centrosinistra o di metà di esso, che si aggrapperebbe all'ufficialità della condanna per regolare i conti con i "governisti" democratici. Che, per bocca di Francesco Boccia, insistono su un punto: "Non possiamo essere noi a staccare la spina, se il Pdl non commette falli di reazione e il Cavaliere dice che il governo può andare avanti". Nel Pd, appeso alle reazioni del centrodestra, è però sempre aria di congresso, e la polemica tra bersaniani, lettiani, civatiani e renziani ha monopolizzato il dibattito di questi giorni, congelando i temi nazionali (la crisi, le misure da adottare per la ripresa) e quelli polemici (che fare con Berlusconi?). Ecco allora che quando la bomba-Cassazione si abbatterà sul parlamento italiano, il rischio è che tra i dem la reazione sia scomposta, convulsa, di pancia. Altro che falchi Pdl, potrebbe scattare l'ora degli avvoltoi. 

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