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Berlusconi, Lega Nord: "Sì al voto palese"

Il capogruppo Bitonci come i grillini: "No a sotterfugi e giochetti". Poi si accodano i democratici: tutti insieme per far fuori Silvio
di Michele Chicco domenica 15 settembre 2013

Il segretario federale della Lega Nord

3' di lettura

"Quoque tu, Lega Nord". Avrà reagito così Silvio Belusconi all’ultima, inaspettata, coltellata: il capogruppo al senato del Carroccio, Massimo Bitonci, come un grillino qualunque, ha detto che il suo partito chiederà il voto palese quando in aula si deciderà sulla decandenza del Cavaliere. "Su questa vicenda – ha spiegato Bitonci –  riteniamo che ogni partito debba assumersi in maniera limpida le proprie responsabilità davanti ai cittadini, senza sotterfugi o giochi politici". La proposta della Lega Nord è stata subito accolta anche dal Pd, che con Nicola Latorre si è schierato a favore del voto palese. Il Pdl e Berlusconi insistono invece sul voto segreto: la speranza è che, nel segreto dell'urna, alcuni senatori facciano prevaler la ragion di Stato alla volontà della piazza, salvando Silvio e, di conseguenza, il governo. Il voto segreto potrebbe essere l'unica chance per salvare il leader che altrimenti sembra essere costretto a dover dare l’addio all’emiciclo di Palazzo Madama.  Contro la Casta - Il voto palese al Senato è stato chiesto anche dai senatori grillini, che vedono la decadenza del Cav vicina e agitano la forca. Il ragionamento dei pentastellati è simile a quello della Lega: solo se tutto è alla luce del sole è possibile evitare inciuci, e quindi ben venga il voto palese. Quello della trasparenza è uno dei dogmi dell'anti-Casta, e su questo fronte i due movimenti hanno diversi punti di  contatto. La nota con cui i grillini annunciavano le loro intenzioni parla chiaro: "Chi non ha nulla da nascondere voti la nostra proposta per avere sempre un parlamento casa di vetro. Sfidiamo tutti. Con atti concreti". E la Lega Nord, dopo meno di ventiquattro ore, ha accettato il guanto di sfida nonostante gli anni trascorsi alla corte del Cav. Prove tecniche di "larghe intese" con i grillini, per quanto difficili da ipotizzare?  Contro il regolamento - Sulla nuova richiesta di voto palese è intervenuto Renato Schifani, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, che spiega: "Il regolamento è chiaro e prevede il voto segreto a meno che non si realizzino nuove maggioranze anche in termini di regolamenti, ma non vi sarebbero i tempi. Sinora - ha aggiunto Schifani - la prassi è stata ampiamente violata, le regole procedurali per fortuna no". Schifani ha parlato a Chianciano, dove si tiene la festa nazionale dell'Udc, e dove sul caso della decadenza è intervenuto anche il ministro della Difesa, Mario Mauro: "Intorno alla decadenza di Berlusconi si sta facendo una farsa. Se il Pdl e il Pd non vogliono più il governo Letta, se ne assumano la responsabilità di fronte a famiglie e imprese". Coraggio - Sulla scia di Movimento 5 Stelle e Lega Nord, come detto, si inseriscono il Partito democratico e l’Udc di Pierferdinando Casini. Nicola Latorre, senatore pugliese del Pd, si augura "che si voti con voto palese, bisogna avere il coraggio delle proprie posizioni, ancor più in un passaggio così delicato". Latorre è convinto che il suo partito sia "compatto" su questo punto, ma riconosce a Schifani l’onore delle armi: è vero che il regolamento prevede altro, dice in soldoni, ma è vero anche che quando si tratta di Silvio vale tutto. Casini, dal canto suo, conosce i regolamenti benissimo e sa che le procedure sono ben consolidate, ma anche lui si augura “la trasparenza di un voto palese perché è giusto che in quella sede ciascuno si assuma la propria responsabilità, in Senato, davanti agli italiani”. Parola di democristiano. 

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