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Ballottaggi, Monti ora è bloccato. Il Pd pensa al voto anticipato

Il trionfo di Grillo, la crisi del Partito democratico
di Giulio Bucchi domenica 27 maggio 2012

2' di lettura

Chi sta con Monti muore, atto secondo. Il ballottaggio delle amministrative conferma in pieno la tendenza in atto al primo turno, con la fortissima penalizzazione dei partiti che al momento compongono la maggioranza di governo. Tolta L’Aquila, non c’è nessun candidato espressione diretta di Pdl, Pd o Terzo Polo (fingendo che questo esista) che abbia conquistato la poltrona di sindaco nelle maggiori città in cui si andava al voto.  Per il Pdl la disfatta è assoluta, nei numeri complessivi e nel peso specifico delle città lasciate sul campo (Como e Agrigento su tutte). Per la prima volta da anni, forse decenni, i consensi in uscita dal Pdl non finiscono più alla Lega: evaporano. Ma non vanno al Pd, il quale dove non perde clamorosamente (Palermo e Parma) vince con uno schema agli antipodi del montismo: con candidati «esterni» o comunque con alleanze da immagine di Vasto con photo-bombing di Grillo a guastare il quadretto, indispettendo pure il Colle. Vai allo speciale amministrative di Liberoquotidiano Che effetti ha questo gigantesco atto di sfiducia  nei confronti dei partiti che appoggiano Monti? Le pulsioni sono due, contrapposte e fortissime. Da un lato lo stato comatoso della formazione chi detiene il maggior numero di parlamentari ha un interesse nullo a farsi spazzare via da un voto anticipato. Né il Pd può permettersi di staccare la spina con lo spread sopra 430 e un contesto europeo delicatissimo. Dall’altro lato, restare in questo governo è un salasso mostruoso per tutti. Bersani ha in mano una chiave per palazzo Chigi che non gli ricapiterà mai più (il risultato di ieri mostra che con la sinistra radicale e il Porcellum prendere un voto in più di Pdl e Lega è un gioco), ma far sloggiare l’attuale inquilino è impensabile. Devono farlo altri. Il Pdl sa che deve  ricominciare da zero: meglio uno stop-loss e una corsa al voto con Casini e Montezemolo o un’agonia dal dubbio esito? La composizione di queste pulsioni può spaccare i due blocchi. Di sicuro renderà assieme inevitabile e impossibile una tranquilla fine della legislatura. di Martino Cervo

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