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Mezza Lega contro Tosi:"Se via Bossi, partito si spacca"

Il sindaco: "Se illeciti confermati, non può restare nel partito". Ma un gruppo di deputati: "Noi sempre col Senatur"
di Alvise Losi domenica 27 maggio 2012

3' di lettura

La resa dei conti non è affatto finita. Dopo i pessimi risultati nei ballottaggi dei candidati leghisti (7 sconfitte su 7), tornano a volare i coltelli nel Carroccio. E c'è chi ora parla apertamente di spaccare in due il partito: un gruppo di deputati della Lega afferma infatti che se il sindaco di Verona Luca Tosi propone una Lega senza Bossi, per molti deputati, dirigenti e militanti la scelta diventa obbligata. Spaccare la Lega...”. A dichiararlo sono i deputati  Alberto Torazzi, Marco Desiderati, Fabio Meroni,   Giacomo Chiappori e Daniele Molgora, all’indomani delle dichiarazioni   del sindaco di Verona, Falvio Tosi, che ha avanzato dubbi sul ruolo di presidente del Senatur. Tosi contro Bossi -  "Se fosse confermato che ha autorizzato personalmente le spese dei figli, difficile pensare che Umberto Bossi possa fare il presidente della Lega o a qualsiasi ruolo all'interno del movimento" ha detto il primo cittadino veneto a La Zanzara su Radio2. Netto come solo un sindaco leghista vincitore al primo turno con il 57% potrebbe essere. E ha continuato: "Se la storia delle paghette fosse confermata mi vergognerei come leghista. Io personalmente quando ero ragazzo, alla stessa età, prendevo qualche migliaia di lire, non di euro. Renzo dovrebbe essere espulso e ci sono le condizioni per un'azione penale e una richiesta di risarcimento danni. Se fosse tutto confermato, ovvio". Insomma, a Tosi non basterebbe espellere dal partito il Trota, punta al pesce grosso: il padre padrone della Lega Umberto. Il futuro della Lega - Secondo Tosi, se le accuse contro Bossi risultassero fondate, "è chiaro che nei suoi confronti la Lega nord dovrebbe prendere dei provvedimenti". Il sindaco di Verona ha poi smorzato i toni. "Bisogna che la Lega Nord per prima - ha spiegato - faccia una verifica senza attendere quella della magistratura per i tempi lunghi. Verifica tanto più necessaria perchè può essere che le autorizzazioni di spesa siano avvenute all'insaputa di Bossi". Tosi ha poi parlato del futuro del partito: "Se il prossimo segretario, come immagino e spero, sarà Roberto Maroni, è normale che il vicesegretario sia un veneto come Luca Zaia, perchè le due colonne del movimento sono la Lombardia e il Veneto e anche perchè come sostiene lo stesso Maroni, non deve più esserci un uomo solo al comando, ma un gruppo di persone che lavorano in maniera coesa e coerente con gli interessi del partito".     Pontida? No - Il sindaco ha parlato anche del rinvio del raduno di Pontida. "Adesso c'è una stagione di congressi e arriviamo alla fine di giugno. Pontida è come la nuvola di Fantozzi, o piove che Dio la manda o c'è un caldo infernale. Vedremo all'inizio di luglio com'è la situazione, se c'è troppo caldo meglio non farla". Dopo la nota meteorologica, anche un commento sulla sua visionde della politica. "Io sono leghista al cento per cento, però - ha concluso Tosi - sono democristiano quando amministro, per il modo di far politica. La Dc quella buona dei bei tempi che stava in mezzo alla gente, che ascoltava".   Critiche - Parole di rimprovero per Tosi sono però arrivate anche da un gruppo di senatori padani. "Non è ammissibile che un qualunque esponente della Lega Nord si permetta di fare processi sommari al padre fondatore del nostro movimento. Ricordiamo che tutti noi, a partire da Tosi, senza Bossi saremmo a fare tutt'altro". Così i senatori della Lega Luciano Cagnin, Roberto Castelli, Cesarino Monti, Giuseppe Leoni e Armando Valli che parlano di "un'abitudine tutta italiota, non certo leghista, di accanirsi contro chi, in un particolare momento storico, può apparire debole".   

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