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Il paradosso: Fini, Casini e Montezemolo si trovano Berlusconi come alleato

Berlusconi "candida" Monti e mira a compattare il fronte dei moderati italiani: un paradosso per chi ha osteggiato Silvio per mesi
di Andrea Tempestini domenica 16 dicembre 2012

Casini, Fini e Montezemolo

3' di lettura

  Nell'atteso incontro di Bruxelles, Silvio Berlusconi ha ripetuto la sostanza di quanto dichiarato alla vigilia, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa: "Se il professore si candiderà premier, io farò un passo indietro". L'indiscrezione è stata riferita da chi ha partecipato al prevertice dell'infuocato incontro del Partito Popolare Europeo. A sorpresa, lo stesso Mario Monti era presenta all'incontro: un altro indizio del fatto che la discesa in campo del professore è imminente, e che la sua casa sarà quella del grande centro europeo. Le spiegazioni di Monti - Ai cronisti, il premier ha spiegato di essere arrivato per l'invito "del presidente Martens" e per "illustrare la situazione politica italiana, ciò che ho fatto alla presenza dei capi di governo appartenenti alla famiglia Ppe, ricordando le condizioni nelle quali il governo attuale italiano è nato, l'attività che ha svolto e le condizioni che hanno determinato la presa d'atto, da parte mia, del venire meno la settimana scorsa delle condizioni di sostegno da parte del Pdl, con la dichiarazione dell'onorevole Alfano consistita in una sostanziale e radicale sfiducia nei confronti del governo". "Italia fedele agli impegni" - Monti ha poi sottolineato che è ancora in carica, e vi resterà per gli affari correnti. Il Presidente del Consiglio ha ribadito che "spero, e sono anzi convinto, che l'Italia resterà fedele ai propri impegni e alla tradizione in ambito Ue". E dopo la mossa di Berlusconi, quando Monti si riferisce all'ambito della Ue si riferisce all'alleanza dei moderati che, in Italia, potrebbe essere sul punto di ricompattarsi. Con il passo indietro di Berlusconi almeno dalla candidatura, infatti, crescono le possibilità di plasmare un'aggregazione che vada dal Pdl fino all'Udc di Pier Ferdinando Casini, dal Fli di Gianfranco Fini e fino alla formazione politica di Luca Cordero di Montezemolo. Il dato politico, in definitiva, è che ci sono alte possibilità che Casini, Fini e Montezemolo si ritrovino alleati di Berlusconi, dopo mesi di pre-campagna elettorale spesi nel rifiutare la presenza del Cavaliere in qualsivoglia coalizione. Un rebus, un paradosso per lo schieramento centrista del Belpaese. Montezemolo: "Se c'è Monti noi ci siamo" - Una prima parziale conferma arriva da Montezemolo: "Sono ottimista, credo che una persona come Monti sia il primo a rendersi conto di quanto ci sia ancora da fare. Bisogna focalizzarsi su poche fondamentali priorità e cercare di unire tutti verso le stesse priorità". A chi gli chiedeva se, con Monti candidato, fosse pronto a scendere in campo con ItaliaFutura al suo fianco, il presidente della Ferrari ha risposto: "Sì, noi ci saremo".  Cicchitto: "Dimenticare i vecchi rancori" - Altre parole concilianti sono arrivate da Fabrizio Cicchitto: "E' sbagliato portarsi dietro le rotture e gli errori derivanti dagli scontri avvenuti nel corso di questa legislatura". Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera "Berlusconi, ovviamente a modo suo, ha posto un problema di fondo. Mi riferisco a quello di costruire lo schieramento dei moderati, visto che la sinistra ha costruito il suo. Per questo Casini e Fini sbagliano riproponendo le polemiche sviluppatesi negli anni passati". E la ricostruzione dello schieramento dei moderati, con l'apertura da parte di Berlusconi all'ipotesi di farsi da parte, è oggi un'ipotesi concreta.  

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