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Mes, Di Maio e M5s sull'orlo della crisi:

mercoledì 1 luglio 2020

2' di lettura

I grillini hanno cancellato la parola Mes, perché sanno che sul Fondo salva stati la maggioranza non troverà mai la quadra. Il partito democratico spinge per la sua approvazione mentre i grillini non ne vogliono sentire parlare, nonostante la sottile apertura di Carlo Sibilia, vicino a Luigi Di Maio: "Se le clausole venissero meno, allora non avrebbe più senso chiamarlo Mes. A quel punto prenderemmo il Mes".

Ma è un muro pesante da abbattere quello grillino tant'è che ieri, come anticipa Il Fatto, il capogruppo M5S a Palazzo Madama si è fiondato a depositare una risoluzione sul voto in aula del prossimo 15 luglio, quando Conte, chiederà al Parlamento il mandato per andare a trattare, il 17 e il 18 luglio, nel Consiglio europeo. Il testo dei 5Stelle cita solo "le comunicazioni del presidente del Consiglio Conte". 

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E' sul Mes dunque che si gioca tutto, altra apertura al ricorso al Fondo salva stati è arrivata dal senatore Primo Di Nicola.  Secondo Di Nicola, l’importante è che i 5 stelle almeno siano disponibili ad aprire una discussione senza "no preventivi" perché “i dubbi ci sono e riguardano i problemi che potrebbero crearsi se un Paese non dovesse essere in grado di restituire il prestito. Quindi penso sia necessario chiarire che in ogni caso la sovranità nazionale non si tocca, lasciando ai Paesi che dovessero trovarsi in difficoltà la libertà di individuare le ricette economiche più adatte a fronteggiare le eventuali crisi”.

Il pressing sugli alleati da parte del Pd (favorevole al ricorso al fondo salva Stati senza condizioni) si fa sempre più insistente, suscitando il nervosismo dei 5 Stelle più vicini ad Alessandro Di Battista, i quali hanno fatto del no al Mes una vera e propria battaglia identitaria. «Siamo passati dai penultimatum di Renzi a quelli di Zingaretti. Ogni settimana imbastisce un dibattito strumentale. Questa è la settimana del Mes. Quello che credo è che il segretario del Pd debba essere chiaro con gli italiani e dire se il ritorno di fiamma per Berlusconi è così irresistibile. Se è così, significa che vuole in maggioranza Forza Italia concedendo qualche ministero. Magari uno di quelli che Gelmini e Bernini non smettono di pungolare ogni santo giorno», attacca su Facebook l'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi.

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